Malpensa chiama, il governo risponde: «Un miliardo per il trasporto aereo»

MALPENSA – La “paralisi” di Malpensa e il futuro del trasporto aereo, terremotato del Covid, al centro di un convegno organizzato dalla CGIL. “Malpensa chiama Italia” il titolo della tavola rotonda, moderata da Gad Lerner, nella quale si sono confrontati sindacalisti, esperti del settore e Sea, alla presenza del sottosegretario di Stato alle infrastrutture e ai trasporti Salvatore Margiotta, che ha ribadito la disponibilità del governo a «mettere in campo un miliardo per il comparto, tra sostegno agli scali e cassa integrazione». Per una volta «senza parlare di Alitalia», come da richiesta degli organizzatori.

La parola agli esperti

«Malpensa è una questione nazionale» fa notare il giornalista Gad Lerner, che la definisce «un laboratorio sociale e un’area strategica del nostro Paese». La crisi tocca «45mila lavoratori in tutto – sottolinea Massimiliano Serati, direttore della divisione ricerca della Liuc Business School – di cui 21mila diretti, oltre 13mila indiretti e 10mila dell’indotto». Si tratta di «un asset strategico ma vulnerabile in questo momento di crisi» rimarca Serati. Se da un lato Malpensa può frenare lo spopolamento di imprese sul territorio, dall’altro, fermandosi, lo può trascinare in basso. E le prospettive, ricorda Oliviero Baccelli dell’università Bocconi, sono di un «recupero nel 2024, più rapido rispetto ad altri aeroporti, per poi confermare il trend di crescita nel medio-lungo periodo». Anche se Sebastiano Renna, di Sea, avverte: occorre «ripensare il trasporto aereo, con una trasformazione molto più strutturale del solo recuperare i volumi».

La voce della Cgil

Insomma, bisogna tenere duro. E la domanda fondamentale la pone Stefania Filetti, segretario provinciale della Cgil di Varese, a partire dai dati «preoccupanti» del 2020 di Malpensa, meno 75% di passeggeri e meno 12% nel cargo: «Con questi numeri ci chiediamo come è possibile ritornare ai volumi pre-Covid per mantenere piena occupazione. Se non sarà prima del 2024, come prevedono Sea e Assaeroporti, come ci arriviamo e come garantiamo l’occupazione ai lavoratori?». Luigi Liguori, della Filt-Cgil, mette sul “tavolo” la fotografia della situazione di oggi, 11 dicembre: «62 movimenti tra partenze e arrivi, per 4500 passeggeri. Meno 92% rispetto all’anno scorso». Che fare? «Servono ammortizzatori sociali per altri 12 mesi, fino a dicembre 2021, senza oneri e senza vincoli».

Un miliardo per il trasporto aereo

«Con la legge di bilancio e i decreti ristori, speriamo di mettere in campo un miliardo per il comparto del trasporto aereo, tra scali e cassa integrazione» prospetta Salvatore Margiotta, sottosegretario PD alle infrastrutture e ai trasporti, rispondendo alle preoccupazioni emerse tra i relatori. Alla politica l’esponente Dem chiede però di «cambiare marcia», perché la situazione contingente impone «due imperativi». Da un lato, «coraggio, entusiasmo e voglia di fare per reagire», dall’altro «correre, correre, correre». Per Margiotta «sta alla politica ma sta un po’ a tutti: dobbiamo comprendere che la velocità con la quale pensavamo e poi facevamo in tempi pre-Covid non ci sarebbe perdonata dagli italiani. Deve andare tutto più veloce, non a scapito della qualità, ma dobbiamo correre».

Recovery Fund? Solo per i treni

Una cifra notevole, già prospettata dalla maggioranza in parlamento, per tamponare l’emergenza, anche perché invece sul Recovery Fund l’esponente del governo nazionale deve raffreddare gli entusiasmi: «Tutto si può finanziare tranne il sistema aeroportuale, perché l’Europa chiede fortissima attenzione al Green New Deal, proveremo a fare qualche eccezione ma sarà per gli scali minori, non per Malpensa e Fiumicino». Non vuol dire però che il piano Next Generation EU non possa riservare importanti novità per Malpensa, dato che «sulle infrastrutture ferroviarie – rivela Margiotta – pensiamo di mettere 21-22 miliardi di euro, anche in opere a supporto del sistema aeroportuale sulla base del principio dell’intermodalità, che è fondamentale».

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