Ristori, Cig, fondi europei e Covid test: 4 mosse per far ripartire Malpensa

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MALPENSA – Sono quattro le richieste che Sea, società di gestione di Malpensa e Linate, inoltrerà al governo per sostenere il sistema aeroportuale milanese messo in ginocchio dal Covid e preparare la base per la ripartenza quando l’emergenza sanitaria sarà finita. L’amministratore delegato Armando Brunini le ha presentate oggi in Commissione Partecipate del Comune di Milano, socio di maggioranza di Sea: ristori per le perdite subite nel 2020,  prosecuzione della cassa integrazione che scadrà a marzo 2021, utilizzo dei fondi europei, Covid test per voli intercontinentali.

Ristori

Dato che Malpensa è sempre rimasta aperta, garantendo un servizio pubblico anche nel periodo più buio del lockdown, secondo Brunini merita di poter accedere ai ristori come parziale compensazione delle grosse perdite attese nel bilancio consuntivo 2020. «In parte ce ne facciamo carico noi, in parte devono essere compensate sulla base delle performance precedenti alla crisi».

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Cassa integrazione

Per evitare una strage occupazionale, sarà indispensabile secondo il manager di Sea «la prosecuzione della cassa integrazione» oltre il 31 marzo, per salvaguardare i posti di lavoro e non disperdere il patrimonio di conoscenze e professionalità di chi lavora a Malpensa e nel suo indotto.

Fondi europei e Covid test

La terza richiesta è di poter intercettare i fondi europei con i progetti in materia di sostenibilità ambientale e digitalizzazione legati al Next Generation, mentre al quarto posto c’è l’aumento dei Covid test per far volare le persone in piena sicurezza in modo da creare dei corridoi sanitari, sostituendo i tamponi rapidi alle quarantene sulle rotte più importanti. E’una soluzione che Brunini sollecita da tempo e la sperimentazione di Neos sulla tratta Milano-Nanchino dimostra che si può fare: il volo settimanale è sempre pieno.

 Il futuro

Impossibile al momento prevedere al futuro, Brunini ragiona a scenari: «Ci dicono che la crisi pesantissima di quest’anno continuerà a essere brutta nel 2021, anche se andrà meglio che nel 2020. Ci si aspetta poi un rimbalzo, anche forte, nel 2022, trainato da alcuni segmenti, non da tutti. Ma per tornare ai volumi pre-Covid ci vorrà più tempo: gli scenari più ottimisti dicono 2023, quelli più pessimisti dicono 2025-‘26».

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