Polizia Locale Medio Verbano: ex comandante a processo per la gestione dei soldi

VARESE – Quella busta con all’interno soldi appartenenti alla Polizia Locale del Medio Verbano, al centro di un processo in cui l’ex comandante ed economo dell’ente è accusato di abuso d’ufficio, concussione, peculato e falso, è sempre stata custodita negli uffici del Comando dei vigili, e di conseguenza il denaro non sarebbe stato usato dall’ex ufficiale per scopi personali.

Il processo

Lo ha affermato in tribunale a Varese proprio l’ex comandante, Ettore Bezzolato, a processo per la gestione dei soldi del Comando in un periodo che ormai risale a quasi dieci anni fa. Coimputato, per il ruolo attribuito dall’accusa alla busta con allegata lettera di spiegazioni sulla provenienza delle banconote, e per il presunto stratagemma messo in atto al fine di farla ricomparire dopo che era stato segnalato un ammanco, il sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin, all’epoca presidente dell’Unione dei Comuni del Medio Verbano, ente ora in liquidazione.

«Nessuno stratagemma»

Mentre Ballardin dovrà attendere la fine di aprile per poter dare la propria versione dei fatti in udienza, Bezzolato ha già respinto tutte le accuse in un lungo interrogatorio davanti ai giudici del collegio. Nessuno stratagemma – è la sua tesi – per quanto riguarda quei contanti nella busta, legata alla cassa economale: sono sempre stati nell’armadio di un ufficio, che chi ha indagato – ha aggiunto l’imputato – non ha mai perquisito.

La gestione complessiva della contabilità, inoltre, sarebbe stata condizionata da omissioni da parte dell’organo, esterno al Comando, incaricato di fare verifiche. Se le verifiche fossero state fatte – ha spiegato Bezzolato – sarebbero emersi gli ammanchi, di cui l’imputato ritiene di non essere responsabile.

I pagamenti delle multe

L’ex comandante si è espresso anche in merito al modo con cui i cittadini multati venivano ammessi al pagamento a rate delle sanzioni, con il versamento della prima rata in contanti che veniva fatto scattare, secondo il pubblico ministero, senza una accurata verifica dei requisiti. Bezzolato ha precisato che le verifiche venivano fatte, consultando colleghi e servizi sociali, ma che alla fine non veniva acquisita alcuna documentazione circa le condizioni economiche dei cittadini.

Le sagre di paese

In sostanza l’ex comandante ritiene di aver operato rispettando le norme di riferimento, anche per quanto concerne la gestione dei soldi incassati per i servizi di vigilanza notturna nelle sagre estive di paese. Servizi aggiuntivi previsti dalla legge, ha sottolineato l’imputato: i soldi venivano donati dalle associazioni che organizzavano le feste, e gli agenti effettuavano i servizi fuori dall’orario di lavoro e su base volontaria. «Non abbiamo mai chiesto soldi alle Pro Loco», ha fatto sapere l’ex comandante.

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