Mensa dei poveri, Zingale scarcerato ma non libero: resterà agli arresti domiciliari

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BUSTO ARSIZIO – E’ stato scarcerato oggi, lunedì 16 dicembre, Giuseppe Zingale, ex direttore generale di Afol, arrestato lo scorso 14 novembre insieme a l’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi e all’ex patron di Tigros e candidato leghisti alla guida di Varese Paolo Orrigoni, oggi entrambi liberi dopo la custodia agli arresti domiciliari. Zingale è tornato a casa, ma non sarà libero: il gip ha disposto infatti la custodia cautelare agli arresti domiciliari.

Durante l’interrogatorio ha negato tutte le accuse

L’ex dg era stato protagonista di un lungo interrogatorio davanti ai pm milanesi titolari dell’inchiesta Mensa dei poveri lo scorso 10 dicembre. Zingale era stato indagato nella prima tranche dell’inchiesta che lo scorso 7 maggio aveva decapitato Forza Italia in Lombardia portando in carcere l’ex Ras dei berlusconiani varesini Nino Caianiello e, successivamente arrestato. Nel corso dell’interrogatorio aveva rigettato ogni addebito negando di aver commesso alcun illecito. Il ruolo di Zingale in seno all’inchiesta, per i pm, si intreccerebbe a quello di Comi e di Caianiello. Uno dei capi d’imputazione contestati all’ex europarlamentare riguarda infatti due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società, la Premium Consulting Srl, con sede a Pietra Ligure, da parte di Afol e, in particolare, dal dg Zingale, «Dietro promessa di retrocessione di una quota parte agli stessi Caianiello e Zingale», come riportato negli atti depositati nella tranche principale. Circostanza messa a verbale da Maria Teresa Bergamaschi, avvocato e stretta collaboratrice di Comi in un interrogatorio del 14 maggio: «Il 15 dicembre 2018 mi arrivò un messaggio di Lara Comi. Mi scriveva “Zingale vorrà un regalo di Natale’”. E aggiunse : «Mi parlò della necessità di pagare in vista dell’estensione dell’incarico una cifra di 10 mila euro a Zingale».

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