Mensa dei poveri, Zingale interrogato nega: «Mai commesso alcun illecito»

giuseppe zingale busto

BUSTO ARSIZIO – E’ comparso oggi davanti al pubblico ministero milanese Luigi Furno Giuseppe Zingale, ex direttore generale di Afol, arrestato lo scorso 14 novembre in seno a un filone della maxi inchiesta Mensa dei poveri che lo scorso 7 maggio aveva scoperchiato un presunto giro di mazzette e nomine pilotate tra Milano, Varese e Novara, decapitando Forza Italia in Lombardia e portando in carcere anche l’ex Ras dei berlusconiani varesini Nino Caianiello.

Ha negato ogni addebito

Zingale fu arrestato insieme all’ex europarlamentare di Fi Lara Comi e all’ex patron di Tigros Paolo Orrigoni oggi tornati entrambi liberi dopo un periodo di detenzione ai domiciliari. L’ex dg si trova invece ancora in carcere. Ha rinunciato al ricorso al Riesame scegliendo di comparire davanti al pm. Un interrogatorio durato ore durante il quale, secondo indiscrezioni, l’ex direttore generale avrebbe negato ogni addebito difendendosi e fornendo spiegazioni sui presunti comportamenti illeciti contestatigli che, illeciti, a parere dell’indagato non erano affatto. Le accuse mosse a Zingale si intrecciano con quelle notificate a Comi.

Gli incarichi alle società di Comi e i soldi retrocessi

Uno dei capi d’imputazione contestati all’ex europarlamentare riguarda infatti due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società, la Premium Consulting Srl, con sede a Pietra Ligure, da parte di Afol e, in particolare, dal dg Zingale, «Dietro promessa di retrocessione di una quota parte agli stessi Caianiello e Zingale», come riportato negli atti depositati nella tranche principale. Circostanza messa a verbale da Maria Teresa Bergamaschi, avvocato e stretta collaboratrice di Comi in un interrogatorio del 14 maggio: «Il 15 dicembre 2018 mi arrivò un messaggio di Lara Comi. Mi scriveva “Zingale vorrà un regalo di Natale’”. E aggiunse : «Mi parlò della necessità di pagare in vista dell’estensione dell’incarico una cifra di 10 mila euro a Zingale».L’ex dg oggi avrebbe negato tutto. Per il momento Zingale, che non ricopre più nessuno dei vecchi incarichi manageriali, resta in carcere. La procura di Milano aveva di fatto già espresso parere negativo alla sua scarcerazione. 

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