Milano, manager stupratore: il pm chiede nove anni di carcere

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Il sostituto procuratore della Dda di Milano Cecilia Vassena in aula a Busto

MILANO – Rischia una condanna a nove anni di carcere Antonino Di Fazio, manager milanese accusato di violenza sessuale e tentato omicidio, a seguito della denuncia di una 21enne, che era andata da lui per un colloquio, scoperchiando altre cinque aggressioni commesse dallo stesso uomo su altre giovani donne e sulla ex moglie.

La scusa dei colloqui

Oggi (lunedì 28 febbraio), durante il suo processo secondo rigo abbreviato, la procura di Milano ha chiesto la condanna a 9 anni per il dirigente che amava le belle macchine, arrestato nel maggio scorso e da poco trasferito in una comunità psichiatrica. L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe attentato anche alla vita della ex moglie, le cui 13 denunce presentate negli scorsi anni erano cadute nel vuoto. Di Fazio, emerge dai fascicoli processuali, agiva sempre nel medesimo modo.

Con la scusa di colloqui di lavoro puntava la sua “preda”, poi la stordiva con delle benzodiazepine, le violentava e le fotografava mentre erano prive di sensi, “trofei” che gli inquirenti hanno trovato nei suoi apparecchi elettronici. A far partire le indagini a suo carico è stata una coraggiosa giovane studentessa, attirata dal professionista nel suo appartamento, con la scusa di un colloquio per uno stage. Arrivata lì la giovane si è ritrovata narcotizzata e abusata. Altre quattro ragazze avevano già fatto la stessa fine, come parzialmente ammesso da Di Fazio durante gli interrogatori. La ex moglie del manager, altra vittima, oggetto avrà forse giustizia. La donna lo denunciò 13 volte, tra cui anche un’aggressione potenzialmente pericolosa per la sua vita (da qui l’accusa di tentato omicidio), a cui nessuno aveva mai dato peso, archiviando ogni singolo fascicolo.