Milano “si beve” l’acqua di Varese: Alfa colonizzata da Cap. Ma la politica tace

VARESE – Fondata e amministrata dai varesotti, ma gestita dai milanesi. I quali, butta lì qualche amministratore, «pare abbiano tutta l’intenzione di bersi la nostra acqua». Stiamo parlando di Alfa, società che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Varese (e decine di milioni di euro), presieduta da Paolo Mazzucchelli (Lega), ma che ha l’intera pianta dirigenziale targata Cap, alias Consorzio Acque Potabili, il cui presidente e amministratore delegato è Alessandro Russo, uomo d’area Pd.

Ma andiamo con ordine. Facendo due passi indietro: il primo nel luglio 2019, quando viene firmato l’accordo con Cap Holding per “far partire” l’idrico e il secondo il 10 ottobre 2019, quando nella sala Ambrosoli di Villa Recalcati va in scena un’infuocata assemblea dei sindaci soci. Riunione dalla quale venne fuori il nuovo cda di Alfa e un asse politico originale (e sorprendente), che fece traballare la coalizione di centrodestra.

La Water alliance, l’alleanza sull’acqua

Alfa, che nasce sotto l’egida della Provincia di Varese durante la presidenza Galli, muove i primi passi concreti come società, realmente operativa, senza correre e con qualche difficoltà nel 2016. Tanto che per strutturare la nuova realtà ed evitare il commissariamento “minacciato” da Regione, nel luglio 2019 viene sancita la partnership tra Alfa e Cap Holding. La così detta “Water alliance” a due.

L’approdo di Cap in provincia di Varese ha quale finalità quella di avviare la funzionalità dell’idrico, di formare il personale di Alfa e trasferire competenze al fine di rendere la società nostrana, che gestisce l’acqua (e i sistemi di depurazione), indipendente e capace di camminare sulle proprie gambe. Ma anche di valorizzare e far crescere le professionalità interne. Tutto previsto in un contratto di rete che cuba 7 milioni 500 mila euro (annui) a favore della società “formatrice”.

L’oro bianco e il colonialismo 2.0

Insomma Cap arriva con obiettivi di società “formatrice”, ma a distanza di tre anni, qualcuno fa notare che si sta comportando come realtà colonizzatrice. «Mi spiego meglio – dice un ex amministratore – se si osserva il funzionigramma della società si può appurare che tutti gli apicali dei settori strategici della società sono dipendenti Cap destinati ad Alfa. Ora, il contratto di rete scade tra 2 anni, ma nel 2024 ci saranno dipendenti Alfa in grado di sostituire e gestire il nostro idrico? Lo chiedo poiché non si avverte e non si vede alcun segnale di una progressiva e costante autonomia tecnico operativa da parte della società varesina».

Anzi, e non può certo essere una coincidenza: il direttore generale di Alfa, Michele Falcone, è anche direttore generale di Cap e presidente di Neutalia, ovvero la Newco che da luglio 2021 gestisce l’inceneritore Accam di Busto Arsizio.

L’inedito asse politico

L’approdo di Cap in Alfa, va ricordato, passa anche dall’assemblea sindaci. Ma la riunione dei soci che desta scossoni e malumori è quella del 10 ottobre 2019, giorno in cui nasce il nuovo (e attuale) cda di Alfa. A dettare linea e nomi dei nuovi consiglieri di amministrazione fu un’inedita alleanza tra Lega (forse non tutta la Lega) e Pd. Asse politico che ha confermato, nominandolo, il presidente Paolo Mazzucchelli.

Chi alle date dei fatti sopra citati, aggiunge sale politico è qualche amministratore che, oltre ad aver spulciato il sito di Alfa, ha posto qualche interrogativo. «Lega e Pd cosa stanno facendo? E perché la politica varesina sta attribuendo sempre più potere a Cap Holding? Posso capire il Partito democratico, visto che Alessandro Russo (presidente e ad del Consorzio Acque Potabili) e un loro uomo di riferimento. Ma la Lega non chiede nulla al suo presidente?». E infine, «Ma siamo così sicuri che i nostri amministratori, che ben sanno che il nostro è un territorio ricco d’acqua, siano tutti concordi nel dare ampio raggio d’azione a chi vuole sfruttare questa risorsa? Non auspico rivendicazioni meramente campanilistiche e mi auguro che sul tavolo ci siano strategie un po’ più elevate rispetto a carriere manageriali personali. Spero però che il Carroccio esca dal torpore politico che lo pervade da tempo e sul nostro idrico dia un segnale inequivocabile».