“Mondo cane” e gli altri: nella rassegna a Varese i film dei fratelli Castiglioni

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VARESE – “Mondo cane”, e non solo: a Varese da lunedì 7 aprile la Sala Montanari ospiterà una serie di proiezioni di genere, dedicate a “quello che il cinema non aveva mai mostrato”. Si tratta dei Mondo movie, filone cinematografico esploso negli anni Sessanta che alla forma del documentario unisce l’intento di colpire lo spettatore con immagini e temi scioccanti e controversi; la rassegna, che prevede quattro appuntamenti, è stata organizzata da Freezone, in collaborazione con il Museo Castiglioni e l’associazione Le Vie dei Venti.

Creare scandalo mostrando l’impensabile e il mai visto

«Abbiamo pensato di costruire una retrospettiva che, partendo dai lavori cinematografici dei fratelli Castiglioni, presentasse alcuni documentari appartenenti al Mondo movie», hanno raccontato gli organizzatori. «Genere che è nato e si è diffuso negli anni Sessanta del secolo scorso, il cosiddetto “Mondo movie” rappresentò una novità, una sorta di finestra su quanto di più strano, insolito, ma anche di estremo vi fosse nel mondo conosciuto».
Allora la critica non fu tenera, ponendo soprattutto in evidenza le ambiguità e le possibili furbizie di quel tipo di cinema, mentre per il pubblico, desideroso di essere stupito, fu l’occasione ghiotta per venire a conoscenza di costumi, luoghi e follie di cui nessuno parlava, spesso neppure i rotocalchi.
«Fu un vero e proprio genere codificato che comprendeva non solo quelle pellicole che mostravano situazioni raccolte da luoghi diversi nel mondo, ma anche quelle, e non sono poche, di argomento esotico-antropologico o più banalmente ad effetto»: l’idea di fondo era principalmente quella di epater la bourgeoisie, ossia di creare scandalo mostrando l’impensabile e il mai visto, che ebbe i suoi alfieri nella coppia Prosperi-Jacopetti.

Costumi tribali e paesaggi dell’Africa selvaggia

Il tema dell’Africa selvaggia con i suoi costumi tribali e i suoi paesaggi, ma anche con i residui nefasti del colonialismo, diventa tra gli anni Sessanta e i Settanta un vero e proprio tormentone: «In tale filone s’inseriscono i fratelli Angelo e Alfredo Castiglioni che con i loro cinque lungometraggi (alcuni dei quali presenti nella rassegna) hanno, a loro modo, continuato la tradizione del cinema verità di taglio antropologico ed etnografico che aveva avuto origine in Francia con l’opera di Jean Rouch.
In tempi recenti, di cultura globale, è nato un cinema che possiamo definire globale, sorta di mondo movie aggiornato, più consapevole e internazionale, di cui Michael Glawogger è forse il regista più significativo. La presente rassegna, quindi, si propone di offrire un assaggio di un genere cinematografico che più di altri seppe dividere critica e pubblico, sebbene oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, si affaccino alla ribalta nuove letture critiche».
Le proiezioni si terranno alla Sala Montanari in via dei Bersaglieri con ingresso dalle 20.30 e inizio proiezioni alle 21; l’ingresso è libero e gratuito fino a esaurimento posti. Qui di seguito sono indicate le date delle proiezioni:

7 aprile
“Africa ama” (Italia, 1971), di Alfredo e Angelo Castiglioni
. Sconvolta dal progresso, l’Africa primitiva sta scomparendo. Il documentario – il cui materiale è stato raccolto percorrendo il cammino dei primi esploratori – è dedicato a quest’Africa morente che è violenta e crudele, ma proprio per questo bisognosa di comprensione. Le zone visitate sono quelle non ancora toccate o appena sfiorate negli anni ’60 dai bianchi: l’Alto Volta, il Dahomey, certe regioni del Togo, del Camerun e del Ciad. I momenti colti dall’obiettivo si riferiscono alla nascita, alla morte, ai riti di iniziazione sessuale, alla celebrazione dei matrimoni. L’angolazione è quella del rapporto fra uomo e natura, un rapporto diretto, rispettoso, pressoché sacrale.

5 maggio
“Africa addio” (Italia, 1966) di Franco Prosperi e Gualtiero Jacopetti. Partendo dal presupposto che l’affrancamento dalla dominazione coloniale ha creato un critico periodo di transizione per le giovani nazioni dell’Africa, il documentario enumera gli episodi dimostrativi di tale crisi, circostanziati come epoca e come località: dai processi britannici ai terroristi Mau-Mau, dalla riabilitazione dei medesimi alla esaltazione dei leader nazionali, dallo sterminio degli animali nei parchi alla uccisione dei coloni bianchi, dalle rappresaglie sanguinose del Simba a quelle dei mercenari al soldo degli instabili governi regolari del Congo. Il lungo reportage si chiude a Cape Town, con considerazioni sulla situazione sociale e razziale imperniata sulle miniere d’oro.

15 settembre
“Mondo cane” (Italia, 1962) di Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi e Paolo Cavara. Documentario capostipite del genere “mondo movie”, è incentrato su usi e costumi inconsueti o scioccanti dei vari popoli nel mondo, tra curiosi riti tribali, scene di alcolizzati, varie uccisioni e maltrattamenti di animali, inquinamento dei mari, funerali bizzarri e fan scatenate che spogliano Rossano Brazzi. Nel film vengono poi mostrate le cruente processioni tipiche del venerdì santo, che tuttora si svolgono in alcuni centri del Meridione, in cui i partecipanti si autoflagellano il corpo per devozione fino a sanguinare copiosamente, e una cerimonia nel sud-est asiatico, in cui vengono decapitati alcuni tori.

29 settembre
“Addio ultimo uomo” (Italia, 1979) di Alfredo e Angelo Castiglioni. Un lungometraggio etnografico dedicato a culture ancestrali come quelle dei Kapsiky in Africa Centrale, dei Nuba del Sudan e degli Shilluk. Le scene che vengono mostrate documentano la lotta per la sopravvivenza, l’oroscopo dei granchi, le guerre tribali, lo scontro tra guerrieri, i riti per fertilizzare la terra e molto altro. Aspetti culturali e sociali apparentemente primitivi e selvaggi ai nostri occhi di occidentali, in realtà risultato di una sapienza millenaria che ha permesso a queste comunità umane di sopravvivere in un contesto ambientale difficile e ostile. Usi, riti e costumi messi a confronto con la tecnologia e la scientificità del mondo occidentale.

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