Omicidio Morazzone, Borgonovo: “Per Paitoni chiedemmo pericolosità sociale”

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Il procuratore di Varese Daniela Borgonovo

VARESE – La Procura di Varese aveva chiesto che venisse dichiarata la pericolosità sociale di Davide Paitoni quando l’uomo che, il primo gennaio ha ucciso a Morazzone il figlio di sette anni, venne arrestato per il tentato omicidio di un collega. La precisazione arriva dalla procuratrice Daniela Borgonovo attraverso una nota diffusa oggi, martedì 4 gennaio, e sembra andare in direzione diversa rispetto a quanto dichiarato ieri dal presidente del Tribunale, Cesare Tacconi, secondo il quale «la richiesta di arresti domiciliari al gip venne motivata col pericolo di inquinamento probatorio, non anche con la pericolosità sociale». In procura a Varese pende un procedimento penale nei confronti di Paitoni «Per i reati di lesioni e minacce, in relazione a denunce presentate nei suoi confronti dalla moglie e dal suocero a proposito di condotte aggressive in loro danno. Le denunce risalgono ai mesi di marzo e aprile scorso e si inquadrano nel contesto del conflitto familiare scaturito dalla decisione della moglie di separarsi. Non sono pervenute segnalazioni di ulteriori ed analoghi episodi con riguardo a nessuno dei familiari dell’indagato. Non sono pendenti, presso questa procura, neppure procedimenti per maltrattamenti in famiglia o atti persecutori», precisa ancora il comunicato stampa.

La nota integrale del procuratore Borgonovo

Presso la Procura della Repubblica di Varese, oltre al procedimento penale per l’omicidio del figlio, pende nei confronti di Paitoni Davide un procedimento penale per il delitto di tentato omicidio in danno di un collega di lavoro. Il 26 novembre scorso, nel corso di una lite degenerata in colluttazione, il Paitoni avrebbe estratto un coltello e colpito il collega. Dopo l’arresto in flagranza ad opera della polizia giudiziaria, il pubblico ministero ha qualificato il fatto come tentato omicidio ed ha chiesto, unitamente alla convalida dell’arresto,
l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, sul presupposto della ritenuta pericolosità sociale dell’indagato, anche per precedenti denunce. Il Giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta, peraltro ravvisando solo un rischio di inquinamento probatorio, attesa la ritenuta necessità di chiarire la dinamica della lite e, successivamente, ha autorizzato incontri del detenuto con la moglie e il figlio. Sono in corso le indagini preliminari.

In Procura pende altro procedimento penale nei confronti di Paitoni Davide per i reati di lesioni e minacce, in relazione a denunce presentate nei suoi confronti dalla moglie e dal suocero a proposito di condotte aggressive in loro danno. Le denunce risalgono ai mesi di marzo e aprile scorso e si inquadrano nel contesto del conflitto familiare scaturito dalla decisione della moglie di separarsi. Non sono pervenute segnalazioni di ulteriori ed analoghi episodi con riguardo a nessuno dei familiari dell’indagato. Non risulta, per la parte di competenza di questa Procura, l’instaurazione di un giudizio civile per la separazione tra i coniugi. Non sono pendenti, presso questa Procura, neppure procedimenti per maltrattamenti in famiglia o atti persecutori. Sono in corso indagini. Di fronte a questa tragedia, a questo gesto sconvolgente, impensabile, ingiustificabile, non possiamo che esprimere la nostra vicinanza alla mamma del piccolo Daniele e impegnarci ancora di più contro la violenza.

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