Busto, il Mappamondo solidale avvicina il sogno di uno spazio per i ragazzi autistici

BUSTO ARSIZIO – Il sogno di un mondo più inclusivo e di un luogo di aggregazione e integrazione dei ragazzi autistici compie un passo in avanti: il mappamondo solidale esposto in vetrina dal negozio La Brebis Noire di piazza Vittorio Emanuele viene aggiudicato all’asta di beneficenza alla Vector Spa, azienda di spedizioni e logistica di Castellanza “fresca” di certificazione come società benefit. Con un’offerta di 4600 euro, inizia a prendere concretamente corpo il progetto di Federica Colombo, mamma di Riccardo, quattordicenne di Busto affetto da autismo che «sogna di incontrarsi, confrontarsi, divertirsi e apprendere in un luogo che lo stimoli e lo faccia sentire parte della comunità».

Il “regalo” della Vector Spa

«Abbiamo partecipato ad un’asta di beneficenza per la creazione di uno spazio nella città di Busto Arsizio destinato ai ragazzi autistici – raccontano dalla Vector Spa – l’oggetto “conteso” era questo Mappamondo solidale, che racconta di un mondo in cui tutti vogliono vivere felici e contenti, insieme. Un mondo possibile. Un mondo inclusivo. Abbiamo chiesto a tutte le nostre persone di fare un’offerta e come Vector abbiamo raddoppiato la somma. Ora, nei giorno in cui ufficialmente diventiamo Società Benefit, portiamo a casa questo Mappamondo, ma soprattutto diamo il via ad un progetto che serve e aiuterà i ragazzi delle nostre città. Che meraviglia!». Ora il Mappamondo verrà esposto negli uffici della Vector Spa, in via Redipuglia 7 a Castellanza.

La vetrina

L’asta si è svolta appena prima di Natale. Il Mappamondo è stato presentato ai primi di dicembre nel negozio di Sara Pinto, storica commerciante di piazza Vittorio Emanuele, che ha talmente sposato il progetto da sacrificare buona parte degli spazi interni del suo esercizio commerciale per ospitare l’installazione, realizzata con l’obiettivo di «sensibilizzare ad una visione socialmente più inclusiva della ns città», come aveva spiegato la promotrice Federica Colombo. Un appello alla proverbiale generosità dei bustocchi nella speranza di poter realizzare in città il «progetto di un ambiente dove i ragazzi possano socializzare e dove abbiano a disposizione dei laboratori in cui apprendere da persone esperte un lavoro che assicuri loro un’indipendenza economica per il futuro». c

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