Mulas (Varese Ideale): «Facciamo tutti un passo indietro e lavoriamo per Pinti»

VARESE – «Un passo indietro. Ora è quello che ci vuole se come centrodestra vogliamo vincere. Marco Pinti? Se questo è il nome che propone la Lega va bene. Quel che conta è costruire attorno al candidato una squadra capace di arrivare a intercettare un consenso più ampio possibile». C’è fermento nel centrodestra varesino, che assomiglia sempre più a tritacarne fuori controllo che fa brandelli di ogni possibile candidatura a sindaco. C’è fermento sulle chat, ma c’è anche chi prova a rinserrare le fila per arrivare a una quadra. E chi lo fa, mettendo fuori la testa, è Leslie Mulas, sindaco di Besano e coordinatore provinciale di Lombardia Ideale.

Detto questo il cronoprogramma per arrivare a ufficializzare la candidatura dovrebbe (condizionale d’obbligo) prevedere un summit del centrodestra per domani (martedì 22 giugno) e un incontro nella sede Lega del Garibaldino per mercoledì con Roberto Maroni che passa ufficialmente il testimone a Marco Pinti.

Oltre le frizioni

Mulas, nonostante la giovane età, conosce le liturgie della politica e sa che in un momento delicato come quello che sta attraversando il centrodestra, basta una parola fuori posto per fare scintille. Però non è certo il tipo che schiva i problemi. E, infatti, lo dice: «Da tempo stiamo cercando il candidato giusto. Di nomi ne sono stati fatti e altrettanti sono stati accantonati o per veti o per diniego degli interessati. Ci sono state alcune forzature, non lo nego. Ora però la Lega ha messo sul tavolo il nome di Pinti. Di cui conosciamo i punti di forza e anche gli aspetti su cui bisogna lavorare. E’ il momento di chiudere. E di costruire attorno a lui la squadra. Ciò significa che, dove si pensa che il nostro candidato non possa arrivare, dovrà essere la squadra a farlo. Come del resto è giusto che sia, visto che siamo una coalizione. Facciamo tutti un passo indietro, qualcuno dovrà ingoiare qualche boccone amaro, ma si faccia valere lo spirito di coalizione per una campagna elettorale che sarà dura e complicata».

Chat roventi

Parole che non raffreddano le chat politiche varesine. Che, secondo i ben informati, sono state piuttosto roventi nel fine settimana. C’è chi parla, senza troppi giri di parole, di scambi di messaggi piuttosto pesanti e chi, per stemperare, classifica i diverbi come “normale dialettica politica in un momento cruciale”. Tutti (tranne la Lega) però si trovano concordi nel chiedere al commissario leghista Stefano Gualandris un ulteriore periodo di riflessione. “Nulla di personale – recita il refrain che va dai meloniani al partito di Raffaele Cattaneo passando per Forza Italia – ma quello che chiediamo è un nome condiviso. Che sappia accendere l’interessa anche dell’elettorato moderato varesino”.

E tra i più determinati nel chiedere un ulteriore verifica sul nome di Marco Pinti, pare ci sia il senatore Giacomo Caliendo, commissario di Forza Italia, al quale non preme chiudere il “cerchio Varese” insieme alla presentazione dei candidati di centrodestra nelle grandi città italiane. “Quel che mi importa – pare abbia confidato – non è arrivare con un nome, bensì con un candidato che vada per bene per Varese. E non mi interessa se ci arriviamo dopo Milano, Roma, Torino, Napoli e Bologna”.

Occhio all’effetto domino

Se fino a questo punto Varese, sul tavolo provinciale, è stata “trattata” come cosa a sé rispetto a Busto e Gallarate, ora, per voce di alcuni forzisti la Città Giardino potrebbe ingenerare un “antipatico effetto domino”. Le tensioni del capoluogo, infatti, hanno riacceso sotto la cenere tizzoni che la quadra politica aveva in apparenza spento. E se a Gallarate il sindaco Andrea Cassani si è allineato senza grossi problemi sugli input politici del provinciale, a Busto Emanuele Antonelli, forte del consenso che sente attorno alla sua figura, tira dritto sulla lista personale (rispetto alla quale è disposto a fare qualche concessione, ma senza piegare la testa) e spariglia proponendo a Paola Reguzzoni, sua giurata nemica, il ruolo di vicesindaco. E lo fa dopo che in cinque anni non le ha risparmiato nulla (nemmeno nella sfera personale). Una proposta che ha fatto saltare i nervi in Lega e ha fatto anche capire che il primo cittadino, pur di blindare il suo bis, è pronto a mettere in secondo piano Forza Italia. Dove, insieme al malcontento, crescono anche i dubbi sulla scelta fatta di correre in coalizione.