Nasce sordo, ma parla inglese e francese grazie all’Audiovestibologia di Varese

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VARESE – Il conseguimento del Cambridge First Certificate per attestare la conoscenza della lingua inglese rappresenta un traguardo impegnativo per molti studenti. Non per Matteo (il nome è di fantasia), un diciassettenne che ha superato brillantemente la prova e ottenuto la prestigiosa certificazione, che si aggiunge alla già fluente conoscenza della lingua francese. Il punto è che Matteo è nato sordo, una condizione che però non gli ha precluso l’opportunità di vivere una vita piena di sogni e di sfide, di obiettivi raggiunti e tanti altri da raggiungere, come quella di tutti i suoi coetanei. Matteo, infatti, all’età di tre anni è stato sottoposto all’intervento per impianto cocleare dall’équipe dell’Audiovestibologia varesina.

Traguardi importanti

«Un intervento un po’ tardivo, visto che normalmente l’impianto si mette ai lattanti, ma la famiglia di Matteo abitava in un’altra regione e si è rivolta a Varese quando il bambino aveva già tre anni – commenta Eliana  Cristofari, responsabile dell’Audiovestibologia varesina – questo però non ha compromesso il suo percorso, che si è svolto senza particolari sostegni e senza una logopedia prolungata. Insomma, a Varese gli è stato messo l’impianto, ma il resto Matteo lo ha fatto grazie alla sua intelligenza, al suo entusiasmo, alla sua curiosità, e al supporto della sua famiglia, che è giustamente molto fiera di lui. I suoi traguardi, di cui siamo orgogliosi, rappresentano un successo anche per noi e per tutti i pazienti che si affidano alla nostra Audiovestibologia».

Pellicini in visita

E proprio oggi, lunedì 16 ottobre, l’ospedale varesino ha ricevuto la visita dell’onorevole Andrea Pellicini, desideroso di conoscere la realtà dell’Audiovestibologia dopo aver letto la storia della bambina che ha invitato il premier Giorgia Meloni a visitare il reparto dove ha trovato l’udito. La storia di Matteo e di quella bimba è la storia di quasi mille pazienti che a Varese si sono sottoposti in tenera età all’intervento di impianto cocleare, su un totale di oltre duemila impianti. «La tecnologia e la scienza oggi danno la possibilità di superare la sordità e di permettere a chi nasce sordo non solo di sentire – conclude la dottoressa Cristofari – ma anche di avere tutto quello che l’udito comporta: la possibilità di parlare, anche in lingue straniere, ma soprattutto di vivere una vita piena e completa come quella di chiunque».

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