La nuova caserma di Busto diventa un caso politico. Speroni: “Io non ci sto”

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BUSTO ARSIZIO – «Un accordo poco leghista». Così Francesco Speroni ha definito l’intesa sulla caserma dei carabinieri raggiunta dal sindaco Emanuele Antonelli e dal sottosegretario all’Interno, e compagno di partito dello stesso Speroni, Stefano Candiani. Tanto che il segretario cittadino del Carroccio è intenzionato a portare avanti la sua posizione. A meno che «la Lega non mi imponga l’accordo. A quel punto però trarrò le mie conclusioni».

La caserma non è l’unico tema ad agitare le acque in casa del Carroccio di Busto, che dopo un lungo periodo di tranquillità in maggioranza ha iniziato a mettere i puntini sulle i. Anche se di mezzo ci sono esponenti leghisti. Come nel caso dei sensi unici, dove il segretario cittadino del Carroccio non fa nulla per nascondere la sua opposta visione: «Non risolvono il problema, semmai lo spostano. E servono solo per far fare più strada agli automobilisti che così spendono più soldi in benzina».

Il fastidio più grosso Francesco Speroni però lo manifesta proprio sulla caserma, forse anche perché nessun leghista in giunta ha alzato un dito per dire quanto lui stesso sostiene, e forse in molti pensano. Ovvero: «Affittare la nuova caserma per meno di 10 mila euro all’anno fa certamente bene allo Stato, ma anche danno ai cittadini di Busto».

Speroni, sulla caserma lei è l’unico nella Lega e in maggioranza ad aver messo in dubbio la convenienza dell’intesa. Perché?

«Molto semplice. Si tratta di un accordo poco leghista. Il Comune darà in affitto un bene dal valore di 5 milioni euro e in cambio riceverà, a causa di una legge, meno di 10 mila euro di affitto l’anno. Non solo. La caserma ha necessità di qualche intervento. Non molti, ma comunque li pagherà sempre Busto. Insomma, qui ancora una volta le spese del Comune le paga il Comune e quelle dello Stato sempre il Comune».

Però la sicurezza è un problema di tutta la città, nel senso che con una sede migliore anche la città ne trarrebbe vantaggio. Insomma quel che la gente perde economicamente lo guadagna in sicurezza. Non crede?

«Innanzi tutto non chiediamo la luna, ma una cifra d’affitto che non sia una miseria come quella che dovrebbe risultare dai calcoli. E poi non sono d’accordo nemmeno su questa visione. A Busto abbiamo anche il problema dei pendolari se è per questo, ma non è che per risolverlo il Comune prende un treno, fa salire i pendolari di busto e lo fa viaggiare sui binari. Quello che voglio dire è che non sta scritto da nessuno parte che i problemi delle altre istituzioni debbano essere risolti dal Comune. Non dimentichiamoci che abbiamo anche pagato il commissariato. E in cambio dalla Stato cosa abbiamo? Nulla. Quando chiediamo dei soldi non ci vengono dati».

Quindi secondo lei come dovrebbe essere sistemato l’accordo?

«L’ideale sarebbe che ognuno paghi il suo».

Ciò non sarà possibile. Quindi?

«Se la Lega mi impone l’accordo subirò la decisione. Ma trarrò anche le mie conseguenze».

Quali conseguenze? Nel senso che potrebbe valutare anche di lasciare la guida della segreteria cittadina del Carroccio?

«Queste sono valutazioni ancora tutte da fare. Io dico che c’è una normativa relativa alle locazioni delle caserme che crea queste situazioni. Visto che siamo il governo del cambiamento, a Roma possiamo cambiare quella legge. Dopo di che si potrebbe fare anche la convenzione».

 

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