Nuovo Sos per la piscina di Legnano. «Dateci certezze sul suo futuro»

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LEGNANO – «Non chiediamo l’impianto più bello d’Europa, ma di poterci allenare tutti i giorni con tranquillità». «È il quarto posto dove sento dire che non ci sono soldi, impianti come questo stanno in piedi con i corsi privati e il nuoto libero». «Il Comune rischia di essere responsabile della morte del movimento natatorio a Legnano, dove ci sono atleti da Nazionale».

Sono alcune delle voci levatesi oggi, giovedì 28 aprile, nel sopralluogo informale («una forzatura – ammettono i promotori – altrimenti non l’avrebbero mai fatto») di alcuni consiglieri della commissione Sport di Legnano alla piscina di viale Gorizia. Francesco e Carolina Toia, fratelli nella vita e a fianco l’uno dell’altra in politica (il primo è capogruppo in Consiglio comunale della lista Toia Sindaco che candidò a primo cittadino la sorella, ora capogruppo della Lega Salvini Premier) hanno deciso di ascoltare e dare voce a chi la piscina la vive – atleti, società sportive, appassionati, famiglie – sull’emergenza che sta vivendo l’impianto.

Attualmente è aperta solo una delle due vasche coperte da 25 metri (oltre a una assai ridotta per i più piccoli) con l’effetto di essere superaffollata (nella foto in alto); in estate riaprirà quella olimpionica da 50 m, ora “spenta” per gli alti costi dell’energia necessaria a riscaldarla. Ma il timore è che da settembre chiuda tutto, dal momento che la struttura coperta necessita di lavori di manutenzione.

I consiglieri Toia incontrano squadre e famiglie

«Qui ne va della socialità sportiva legnanese – ha esordito Antonio Primerano, team manager di Legnano Nuoto – Viviamo da tempo una situazione di stallo che pesa su tante famiglie e ragazzi. Qui vengono in mille, anche da fuori, anche da lontano. Ci sono squadre con 150 atleti. Non sappiamo che cosa succederà e non capiamo perché sono stati accantonati i progetti per rifare a nuovo la piscina».

«Questa – è intervenuta Carolina Toia – è una emergenza che non ha colorazione politica. Per superarla, puntiamo a interagire con gli operatori: con il Coni, il cui presidente della Lombardia, Marco Riva, è venuto qui pochi giorni fa si è attivato con il presidente nazionale Giovanni Malagò; e con la Regione, con cui mi incontrerò a breve. Tutto per capire che cosa si può fare anche nel breve termine, fra poche settimane i ragazzi non sapranno più dove allenarsi».

Per Francesco Toia, «i progetti e i soldi per realizzarli ci sono, è la volontà che manca. Il problema esiste dal 2020. L’Amministrazione Radice ha dimenticato il progetto del commissario prefettizio da 3 milioni, che però è già superato dagli eventi. Visto che il Comune non si muove, vogliamo creare un tavolo con Coni, Regione e Federazione italiana nuoto a cui si dovrà allineare. Da Riva sono arrivate tante idee, attendiamo certezze per illustrarle. Certo, se ci si fosse mossi prima si sarebbero potuti ottenere i fondi del Pnrr, come ha fatto Pisa che ha preso 5 milioni per costruire la piscina nuova».

«Chiudere sarebbe un tuffo al cuore»

Tanti i presenti all’incontro, come gli atleti di Amga Sport, ragazzi, genitori (fra loro, anche il sindaco di Turbigo, Fabrizio Allevi). C’è chi viene qui da 40 km di distanza, pur di praticare il nuoto e altri sport come pallanuoto e nuoto sincronizzato, o farli praticare ai figli. «A Legnano troviamo competenza e passione degli allenatori» spiega una mamma. «Ma manca la manutenzione ordinaria, ci sono crepe e bagni inagibili» lamenta un altro genitore. «Ho già vissuto la chiusura della piscina di 50 m a Como – aggiunge una signora – non vorrei rivedere lo stesso film. Era un impianto modello, ha chiuso 4 anni fa e non ha più riaperto. Guai se Legnano facesse la stessa fine».

Radice furioso: «Mossa elettorale, la verità è un’altra»

«Non è un problema dell’Amministrazione Radice ma della città, che sullo sport ha preso pesci in faccia da 20 anni». In serata il sindaco ribatte a quanto detto nel pomeriggio al sopralluogo nella piscina, dicendosi «molto arrabbiato, si sono superati i limiti». Sul progetto “dimenticato”: «Se Primerano, che si dice apartitico ma ama i comizi politici, lo avesse visto bene, capirebbe che è stato accantonato perché non risponde a quello che lui e le altre società sportive ci chiedono da mesi, cioè più spazi per lo sport. Quello prevedeva pilates, yoga, acquagym, giochi per i bimbi e limitava drasticamente l’agonismo. Non risolveva il problema, semmai prolungava l’agonia di questo impianto. Per salvaguardare lo sport di Legnano, che è un’eccellenza, non bastano 3 milioni, ce ne vogliono da 10 a 20».

Sulle manutenzioni mancate: «Nel 2016 la Giunta Centinaio stanziò 800.000 euro e poi un altro milione per farle. La Giunta Fratus spostò quel milione sulla nuova biblioteca, col risultato che poi si è arrivati al crollo e oggi manca il fatturato dato dalla vasca chiusa (la seconda coperta, nda). Se invece vogliamo fare dello sport un motivo di campagna politica per le elezioni regionali del 2023, ognuno se ne faccia responsabile, società comprese».

Sulla “reticenza” della commissione Sport: «Noi abbiamo scelto un approccio inclusivo, dando la presidenza di due commissioni alle opposizioni: Salute e Sport. Che poi una parte della minoranza litighi col presidente (Munafò di Forza Italia, nda) per portare via voti, è un modo di fare politica raccapricciante. Chiedo alla politica la responsabilità di lavorare, non di aizzare gli animi e creare paure nella gente spargendo notizie false a piene mani pur di portare a casa 100 voti in più».

Infine, la questione più sentita dagli utenti: il futuro dell’impianto. «Vogliamo tenere aperta la piscina ad ogni costo. Nessuno la vuole chiudere, è una risorsa troppo importante. Aspettiamo il bando giusto per avere risorse non solo per essa, ma per tutto lo sport di Legnano. Chiedo di portare pazienza, stiamo cercando incastri gestionali, di ritrovare un equilibrio di gestione, oltre a interventi minimi per andare avanti fino a quando ci sarà una struttura nuova. Per questa, ci vorrà qualche anno, un progetto pensato per tutto lo sport e ben più dei 3 milioni del progetto accantonato. Legnano si merita un impianto così».

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