Simbolo di lista “sgraffignato”: a Olgiate è giallo. Montano: «Bassezze. Mi ricandido e vinciamo».

Da sinistra: Montano, Bassi, Maccabei, Puddu, Albé e Conte

OLGIATE OLONA – «Ci hanno portato via il simbolo perché hanno paura». E’ secca la rasoiata di Ugo Bassi, uno dei fondatori di Paese da Vivere, il gruppo guidato dal sindaco Gianni Montano che, di fatto, si ritrova senza il “brand” elettorale, «perché qualcuno ha prima cambiato le chiavi d’accesso alla pagina Facebook della civica» e ieri (mercoledì 13 marzo) ha pubblicato un post – senza alcuna firma – in cui veniva annunciato che alle elezioni di giugno gli olgiatesi non troveranno sulla scheda elettorale lo storico marchio che da quasi 30 anni governa a Villa Gonzaga.

Un po’ come all’asilo

Brutta storia quella del ritiro del simbolo. Di quelle che, se non ci fosse di mezzo la campagna elettorale, verrebbe archiviata come “vendetta politica”. E invece diventa un caso che fa di Olgiate (protagonisti compresi, nessuno escluso) un “Paese da ridere”. O da “piangere”, se si pensa a quale punto è giunta la politica locale. E se “il buon giorno si vede dal mattino”, sarà una campagna elettorale dove non mancheranno i colpi proibiti.

Ma proviamo a fare chiarezza su un episodio che ha poco di misterioso, nel senso che da Gianni Montano in giù, tutti sanno bene (o credono di sapere) l’autore (o l’autrice) dello sgarbo. Ma il nome non esce. Il post invece c’è ed è stato screenshottato.

Il post della falsa rinuncia

E nel ricostruire la vicenda si parla di «una persona che ha curato la comunicazione di Paese da vivere, che ora non ha più nulla a che fare con noi» e che ha cambiato le chiavi di accesso» a una pagina Facebook del gruppo. Pagina rimasta dormiente per lunghi mesi e che di colpo si è rianimata con la pubblicazione del post in cui si annuncia il ritiro del simbolo. Un po’ come si fa con le maglie dei grandi campioni, ma in questa vicenda di fuoriclasse non vi è nemmeno l’ombra.

Montano sindaco c’è

Certo è che a fronte di una ricandidature, perché Gianni Montano ha colto l’occasione per confermare quanto già si sapeva: «Mi ricandido alla guida delle lista civica», ritrovarsi con l’intoppo del simbolo “sgraffignato” non è roba da poco «Ma – ha reagito il primo cittadino – credo che la mia squadra abbia tutte le caratteristiche per vincere».

Poi il sindaco spiega: «Il gruppo consigliare Paese da Vivere è sorpreso e indignato per il post comparso (e quasi immediatamente oscurato come la pagina in questione) su una pagina gestita da una persona che ha cambiato le chiavi di accesso e che non c’entra più nulla con noi. Quel post ha generato l’equivoco che il gruppo consigliare Paese da vivere non si ripresenterà alle prossime elezioni. Cosa non è vero, ci saremo con una squadra civica, rinnovata e fatta da persone che vogliono lavorare per Olgiate e la sua comunità».

I fondatori ci sono: chi ha ritirato il simbolo?

Perfino Valerio Mola, storico sindaco di Olgiate e tra i fondatori di Paese da vivere nel 1985 – dicono – sia rimasto indignato della vicenda. Mola da tempo è osservatore della scena politica, ma sulla questione ha espresso parole di grande amarezza. «Non c’è mai stata la volontà di chiudere la lista civica e il sindaco montano rappresenta dopo 30 anni la continuità del progetto paese da vivere e che si presenterà alle elezioni», ha scritto in un messaggio all’attuale primo cittadino.

Ma non solo. I fondatori di quel progetto furono quattro. Oltre a Mola c’erano Pietro Montano (fratello del sindaco che da anni non fa più politica attiva), Ugo Bassi e Giorgio Volpi. Di questi solo uno l’ex sindaco Volpi, è uscito nel primo mandato Montano dal gruppo. Insomma, tutti gli esponenti di Paese da vivere presenti nell’ufficio del sindaco sostengono che «oltre ad averci portato via il simbolo senza l’assenso dei fondatori, questa persona ha annunciato che non ci sarà la lista Paese da vivere. Per creare confusione nella gente».

Invece no. «Ci saremo», confermano i consiglieri Michele Albè e Sofia Conte. «E questo sgarbo è sintomo della paura», rincara Bassi. Di certo non finisce lì la storia. Perché c’è già chi sta pensando di fare ulteriori approfondimenti (polizia postale) sull’autore del post. Accertamenti che non sono in linea con i tempi stretti della campagna elettorale. Infatti e unanime il pensiero: «A queste bassezze non vogliamo dare troppo peso. Stiamo lavorando al programma con un gruppo civico rinnovato composto da persone che vogliono lavorare per il Olgiate. E vinceremo le elezioni non per il simbolo, ma per le idee», dicono Leonardo Richiusa e Paolo Maccabei.

«I simboli – conclude Nicola Puddu – come nascono muoiono. Restato le persone che portano avanti le idee di una politica sana senza cadere così in basso come chi ha voluto fare questo sgarbo».

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