Ospedali di comunità a Somma, Cuasso e Luino. Case di comunità: Lonate e Cassano

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VARESE – Nel piano di localizzazione delle nuove strutture della sanità territoriale, approvato questa mattina (11 ottobre) dalla giunta regionale, l’Ats Insubria avrà 16 case della comunità, 5 ospedali di comunità e 3 ospedali di comunità che avranno al proprio interno anche delle case della comunità. A rivelare il «piano di rilancio della sanità territoriale» in provincia di Varese è il presidente della commissione sanità del consiglio regionale Emanuele Monti: «A Somma, Luino e Cuasso i primi Ospedali di Comunità e numerose le Case di comunità già identificate». Tra le case della comunità, tra le realtà oggi non coperte da strutture ospedaliere spuntano Cassano Magnago, Lonate Pozzolo e Laveno Mombello.

La decisione della giunta Fontana

È stato approvato questa mattina dalla Giunta regionale il progetto di localizzazione delle Case e degli Ospedali di Comunità, ovvero le strutture di sanità territoriale che Regione Lombardia intende realizzare in attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e della revisione della legge sanitaria regionale che mi vede relatore. Per quanto riguarda l’Ats Insubria, saranno realizzate 16 Case della Comunità, 5 Ospedali di Comunità e 3 Ospedali di Comunità con al proprio interno anche Case della Comunità. «Un primo ma importantissimo passo per rilanciare la medicina territoriale e di prossimità, attraverso l’avvicinamento del sistema di cure al cittadino e l’innovazione tecnologica e infrastrutturale» commenta Emanuele Monti. «Per quanto riguarda il territorio della provincia di Varese sono state recepite le indicazioni dei territori e su cui personalmente e come Lega ci siamo impegnati».

Il piano di localizzazione

Il nuovo assetto della sanità territoriale prevede tre Ospedali di comunità dislocati a Somma Lombardo, Luino e Cuasso al Monte, con priorità sull’avvio dei lavori di realizzazione alla struttura di Luino e alla trasformazione dell’attuale Presst di Arcisate in Casa della Comunità. A Cuasso, insieme all’intervento già annunciato negli scorsi mesi con la realizzazione di un grande centro della riabilitazione pneumologica a carattere universitario, sarà realizzata anche una riqualificazione generale della struttura oltre ad un potenziamento della dotazione tecnologica per accogliere un numero adeguato di posti letto di cure intermedie. Passando al “capitolo” delle Case di Comunità, detto di Arcisate, le indicazioni sono di realizzarle ad Angera, Saronno, Tradate, Laveno Mombello, Cassano Magnago e Lonate Pozzolo, oltre alle principali città della Provincia, da Varese a Busto Arsizio.

«Più territorio nella sanità»

«Nell’80% dei casi – spiega il presidente della commissione sanità – si tratta di implementazione di nuove offerte erogative, proprio per dare un segnale di come Regione Lombardia voglia potenziare la sanità territoriale. La provincia di Varese sarà tra quelle che ne beneficeranno maggiormente. Grazie allo spostamento sul territorio di numerose prestazioni verranno ridotte le liste d’attesa e ne conseguirà un graduale alleggerimento della pressione sugli ospedali. E ii percorso non termina qui: nelle prossime settimane ci rimetteremo al tavolo con le amministrazioni locali e con gli addetti ai lavori per programmare nuovi interventi. Entro il 2022 vogliamo realizzare 26 Ospedali di comunità e 86 Case della Comunità in Lombardia ed entro tre anni aver portato a termine il potenziamento della rete territoriale. Per questo, abbiamo messo in campo progetti e risorse concrete».

Il piano regionale

Su scala regionale il progetto prevede l’individuazione di 115 Case della Comunità e 53 Ospedali di Comunità. Nelle strutture “hub” il servizio sarà 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 mentre in quelle “spoke” 12 ore al giorno per sei giorni. Tra le funzioni delle strutture: vaccinazioni, programmi di screening, servizi di specialistica ambulatoriale per patologie ad elevata prevalenza e servizi infermieristici. Dal punto di vista finanziario, Regione Lombardia ha già programmato una spesa totale di 700 milioni di euro.

Nel piano è previsto che ogni Casa di comunità indicativamente sia al servizio mediamente di 50 mila abitanti: nelle strutture opereranno team multidisciplinari composti da medici di medicina generale, pediatri, infermieri di comunità e di famiglia, specialisti, ma anche assistenti sociali. Un ruolo chiave sarà la presenza di poliambulatori e servizi per gestire la cura specializzata e l’assistenza ai malati cronici, con un punto unico di accesso sanitario e sociale in cui il cittadino sarà accompagnato nell’accesso ai servizi della rete territoriale. L’Ospedale di comunità invece ospiterà le stesse funzioni della Casa di comunità, con in più tra i 20 e i 40 posti letto a bassa intensità, da gestire in raccordo tra medici di medicina generale e ospedali per acuti.

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