Varese, le associazioni d’arma intimano: «Non toccate via padre Giuliani»

VARESE – “Quel nome, padre Reginaldo Giuliani, deve rimanere. E per ricordare l’opera del medico chirurgo e fondatore di Emergency si trovi… un’altra strada”. Si può riassumere in queste parole, pronunciate da monsignor Gabriele Castelli, il cappellano militare emerito della legione Carabinieri “Lazio”, la reazione generale alla notizia di voler cambiare l’intitolazione della via che porta il nome del cappellano militare padre Giuliani.

Non toccate via padre Giuliani

Parole che sono in sintonia con quanto sostengono le varie associazioni d’arma davanti alla mozione approvata, con 19 voti favorevoli e 10 contrari, dal consiglio comunale. Mozione presentata dai consiglieri Maria Grazia D’Amico e Dino De Simone del gruppo consiliare “Progetto concittadino” e che impegna il sindaco e l’amministrazione comunale ad avviare la procedura amministrativa finalizzata all’intitolazione della via che congiunge viale Monte Rosa e via XXV Aprile, attualmente intitolata al cappellano militare padre Reginaldo Giuliani, al fondatore di Emergency, Gino Strada.

Perché cancellare la storia?

«E’ necessario che l’amministrazione comunale – aggiunge monsignor Castelli –  pubblicizzi le ragioni che hanno motivato l’intitolazione della via al frate domenicano e quelle che hanno spinto a richiederne la revoca». Pur riconoscendo tutto il bene compiuto da Gino Strada e l’opera che Emergency continua a fare offrendo cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà promuovendo una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, il cappellano militare originario di Bregazzana e attualmente parroco a Campione d’Italia non ha dubbi: «Non è giusto cancellare un pezzo di storia».

Associazioni d’arma varesine contrarie

Sorpreso della delibera del consiglio comunale anche il presidente della sezione cittadina dell’Associazione nazionale carabinieri, Roberto Leonardi, che la definisce «curiosa e senza alcun fondamento ragionevole». Ricordando le quattro decorazioni al valor militare assegnate a fra Reginaldo, Leonardi precisa che «la figura di padre Giuliani deve essere considerata al di là del contesto storico in cui ha vissuto e operato e le onorificenze che gli sono state conferite non possono essere sottoposte a giudizio ideologico».

Un commento in linea con quello del presidente provinciale dell’Associazione nazionale bersaglieri, Maurizio Fiori, il quale esprimendo la sua contrarietà al provvedimento sottolinea che padre Giuliani era «un servitore dello Stato al servizio dell’Esercito italiano e non del Partito fascista». Il presidente della sezione varesina dell’Associazione nazionale del fante, Giovanni Mattei, si dichiara «amareggiato da una decisione che non rispetta la tradizione storica del nostro Paese». Il presidente delle sezioni cittadine di Assoarma e Unuci, Vincenzo Agrifoglio, giudica «incomprensibile la decisione di togliere il ricordo di padre Giuliani – aggiungendo che – si potrebbe trovare una soluzione alternativa per onorare la memoria di Strada». E si rifiuta di credere che qualcuno voglia «cancellare la memoria del frate domenicano».

Per Gino Strada si trovi un’altra via

Alcuni, come Vittorio Chiesa, comandante provinciale del Corpo forestale dello Stato dal 1987 al 2011, il tenente Angelo Motta, presidente della sezione dell’Associazione nazionale militari Cri in congedo, il capogruppo del Gruppo cittadino dell’Associazione nazionale alpini, Antonio Verdelli, e i presidenti delle sezioni dell’Associazione nazionale della Polizia di Stato, Agostino Scuncia, e dell’Associazione nazionale finanzieri d’Italia, Angelo Camponeschi, non limitandosi ad esprimere il loro giudizio negativo avanzano l’ipotesi di individuare una via intitolata ad un nome di fantasia o a una località geografica da poter dedicare a Gino Strada.

Una via percorribile, senza però dimenticare tutti i disagi a livello burocratico che i cittadini residenti dovrebbero affrontare. La reazione concorde ed unanime delle associazioni d’arma varesine smentiscono il consigliere De Simone, il quale, nel corso della discussione della mozione, ha affermato che «cambiare l’intitolazione della via ci sembra un qualcosa di normale che la comunità varesina può e dovrebbe tranquillamente accettare molto volentieri senza stracciarsi le vesti». Non convince neppure la motivazione espressa dalla consigliera D’Amico secondo la quale il provvedimento rappresenta «l’avvicendamento di due visioni del mondo differenti. Da un lato il colonialismo e dall’altro la solidarietà».

Attenzione: incidente diplomatico tra istituzioni

A questo punto, la città attende un segnale da parte del sindaco, Davide Galimberti. L’attuazione del provvedimento rischia di creare un imbarazzante incidente diplomatico tra la comunità varesina e le autorità militari e la Chiesa. Padre Reginaldo Giuliani, decorato con una medaglia d’oro alla memoria, una d’argento e due di bronzo al valore militare, è stato infatti solo un cappellano militare al fianco dei militari italiani nella Prima guerra mondiale e nella guerra d’Etiopia caduto in campo di battaglia in Africa, il 21 gennaio 1936 a Passo Uarieu, mentre amministrava il sacramento dell’unzione degli infermi a un soldato morente.

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