VARESE – Vox populi sostiene che farà incetta del voto dei delusi. Delusi da tutto: dalla politica, dall’economia, dall’Europa, ma anche dalla scienza che ha messo in campo il vaccino per sconfiggere il virus. I sondaggi danno Italexit stabile a cavallo del 3%, ovvero la soglia di sbarramento da superare.
L’occhiolino a chi vota a destra
Gianluigi Paragone sa tutto questo, infatti, appena arriva al gazebo di via Del Cairo attacca da un lato con i pilastri del “no” e dall’altro lancia subito l’allarme per non rimanere scottato una seconda volta dopo il caso Milano: «Stanno facendo di tutto per oscurarci poiché siamo l’unica forza politica che dice le cose come stanno. Letta e la Meloni? Differenti per alcune sfumature, per il resto sono identici. Cosa volete che faccia Giorgia Meloni al governo? Rispetterà l’agenda Draghi, spingerà sulla quarta dose di vaccino». Insomma l’occhiolino a chi voterebbe a destra, ma non è ancora convinto di “buttarsi”e tra le braccia della Meloni. Nota di colore, a proposito di Meloni e Fratelli d’Italia, in zona gazebo Italexit (mai vicino, ma attento osservatore di quanto accade con l’arrivo di Paragone, c’era anche Salvatore Giordano).
I candidati
Orietta Chiaravalli e Tiziano Fracchia (gli uninominali alla Camera); Giorgia Gonnelli, Vincenzo Colucci, Elena Galli che, insieme a Paragone capolista, sono nel listino proporzionale. Al senato: Sonia Sigurtà all’uninominale, Massimo Zanello, capolista nel listino con Marina Fumagalli, Fabio Meroni, Mara Baila.
Bello carico. Stringe mani, ascolta i militanti arrivati in buon numero al gazebo e parla con i candidati presenti. Paragone dedica qualche minuto alla stampa e regala qualche perla. Sulla democrazia e sul fatto che Italexit è troppo schiacciata su movimenti di estrema destra: «Scusate, ma il Pd è un partito democratico? Ascoltate bene come parlano e poi mi direte». E sulla Lega e Salvini: «Io ricordo le felpe con scritto No euro e adesso vedo che baciano la pantofola di Draghi».
