Parità di genere nelle nomine, il no della maggioranza di Busto è un caso politico

Foto di gruppo a fine seduta con le mascherine rosse contro la violenza di genere distribuite da Isabella Tovaglieri

BUSTO ARSIZIO – Il day after della seduta inaugurale della nuova consiliatura a Palazzo Gilardoni è caratterizzato dalle polemiche. Le forze di opposizione contestano «l’incoerenza» della maggioranza, che «proclama collaborazione e attenzione alle donne a parole – lo affermano quasi all’unisono il Pd, per voce di Valentina Verga, e Italia Viva, con Davide Boniotti – ma poi chiude le porte alla condivisione sull’elezione del presidente del consiglio e boccia persino un emendamento per la parità di genere nelle nomine. Altro che mascherine rosse». Nel mirino delle polemiche anche la seduta in streaming, che peraltro ha fatto registrare un boom di contatti.

Il PD: «Maggioranza incoerente»

Dopo il duro intervento di Maurizio Maggioni contro il sindaco Antonelli, il PD attacca anche sullo stop all’emendamento sulla parità di genere proposto nell’ambito della delibera sugli indirizzi per le nomine negli enti e nelle società partecipate. Rimane perplessa Cinzia Berutti. Parte all’attacco Valentina Verga, vicepresidente del consiglio in quota PD: «Ben venga un presidente dell’assemblea donna, anche se dovrebbe essere la normalità come in prospettiva un sindaco donna, così come è bello fare la foto tutti insieme con la mascherina rossa, dopo aver espresso tante belle parole. Ma la maggioranza aveva appena votato contro ad un emendamento che dava solo un indirizzo all’amministrazione rispetto alla parità di genere nelle nomine, e soltanto perché proposto da noi che siamo all’opposizione. Un atteggiamento non coerente». Insomma, la sintesi di Verga, «a parole tutti bravi, nei fatti le solite dinamiche di spartizione di posti e zero aperture reali alle opposizioni».

Italia Viva: «Proclami subito smentiti»

«In consiglio comunale è andato in scena un remake del teatro dell’assurdo – afferma Davide Boniotti, coordinatore cittadino di Italia Viva, entrata a far parte del gruppo Popolo, Riforme e Libertà con la consigliera Giuseppina Lanza – dopo un bellissimo intervento di Alex Gorletta, e non ho dubbi che credesse veramente in quello che ha dichiarato, e dopo il discorso di insediamento di Antonelli, che sembrava potesse aprire una nuova stagione politica, la realtà dei fatti ha smentito completamente i proclami. Con la maggioranza che ha scelto la prova muscolare e la “clava” dei numeri, come ha detto Santo Cascio». Sia sulla presidenza del consiglio, dove peraltro Boniotti conferma le parole di Farioli sulla disponibilità ad «un’apertura sul nome di Laura Rogora, se solo la maggioranza avesse fatto un cenno per arrivare non dico ad un accordo ma ad una condivisione», sia sull’emendamento sulla parità di genere, «che aveva una sua logica, ma non è stato nemmeno preso in considerazione. Ben venga l’intervento di Isabella Tovaglieri sulla violenza di genere, ma nel concreto cosa si fa per sostenere le donne?».

Le polemiche sulle porte chiuse

Anche il consiglio comunale a porte chiuse suscita polemiche. «Io ho il Green Pass, perché non mi hanno fatto entrare in sala consiliare?» si chiede Romano Pinciroli, storico rappresentante dei quartieri e già consigliere Fidal, che avrebbe voluto presenziare alla seduta come ha sempre fatto in passato. «Mi risulta che il sindaco abbia scaricato la colpa della decisione di tenere la seduta a porte chiuse sul responsabile della sicurezza, ma poi in Comune c’erano i soliti “amici degli amici”. Avrebbero dovuto cacciarli fuori». La seduta in streaming, che peraltro ha registrato un boom mai visto di contatti (quasi mille nel corso della serata), non va giù nemmeno ad Alberto Amato, coordinatore cittadino di Cambiamo: «Dico no a ridurre il consiglio comunale ad un “Tu sì que vales” dove solo gli addetti ai lavori partecipano e gli altri guardano senza poter commentare. È il metodo migliore per evitare qualsiasi forma di dissenso. Eppure ci sono sale comunali adeguate dove poter convocare il consiglio comunale aperto ai cittadini, che consentono distanziamento e tutte le precauzioni del caso. L’evento di Politics Hub al teatro Sociale insegna. Questa forma d’interazione a distanza è da utilizzare solo in casi estremi, di aumento dei contagi, perché alla lunga, allontana ancora di più i cittadini dalla politica e dalle istituzioni».

Laura Rogora presidente del consiglio a Busto. Prime scintille con le opposizioni

busto arsizio consiglio comunale – MALPENSA24