Pd Gallarate: «Cassani metta a bilancio 700mila euro per salvare la Moriggia»

pd gallarate piscina moriggia

GALLARATE – La (tragicomica) storia recente della piscina Moriggia, secondo il Pd, ha uno spartiacque. Risale al 2016, quando il centrodestra, e in particolare Forza Italia, tornato al governo della città decise di stoppare il progetto di efficientamento energetico e gestione del sistema delle acque da 700mila euro predisposto dalla precedente amministrazione Guenzani. Per i dem è proprio lì che bisogna tornare per sperare di dare un futuro al centro natatorio gallaratese, in crisi da anni e senza ancora una data certa di riapertura.  «Il nostro progetto è ancora valido, un progetto ben fatto che allora venne condiviso anche dalle opposizioni, in particolare da Donato Lozito e Giuseppe De Bernardi Martignoni. Secondo noi è l’unico possibile per poter dare un futuro immediato all’impianto in attesa di un project financing per il suo rilancio complessivo».

Piscina energivora

Lo hanno detto i componenti del gruppo consigliare Pd (Giovanni Pignataro, Margherita Silvestrini, Anna Zambon e Carmelo Lauricella) e il segretario di circolo Davide Ferrari nella videconferenza stampa indetta oggi, 25 giugno, per chiedere pubblicamente al sindaco di posticipare una parte degli investimenti inseriti nel bilancio 2020 (tra questi la nuova piazza della stazione e il Polo culturale del Maga) e dirottare con urgenza risorse sulla Moriggia. «Ci auguriamo tutti che il 15 luglio la piscina riapra – ha sottolineato il capogruppo Pignataro – ma ci chiediamo: quale imprenditore con costi di gestione altissimi riuscirebbe a fare utili o soltanto stare a galla? La nostra piscina è energivora e vetusta, è arrivata al limite. Servono lavori per la sopravvivenza e sono urgenti. Un contributo straordinario del Comune ad Amsc è l’unica via d’uscita».

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Le responsabilità

Prosegue Pignataro: «Il progetto risalente a ottobre 2015 avrebbe garantito risparmi energetici pari a 150mila euro e migliorato le condizioni di umidità, che poi hanno causato la caduta della controsoffittatura. Nel 2016 venne tutto bloccato. L’allora vicesindaco Moreno Carù parlava di gravi anomalie, la verità è quel progetto non stava bene a Forza Italia». Il crollo della controsoffittatura, sottolinea Silvestrini, non è stato dunque una fatalità, ma una inevitabile conseguenza di scelte politiche ben precise. «Cassani non ha inteso investire sulla piscina e ora deve assumersi le sue responsabilità. Del project  financing per il rilancio dell’impianto si parla da inizio mandato, ma è evidente che non c’è mai stata una vera volontà di trovare un partner.  L’immobilismo è evidente, fino a che la situazione non è deflagrata. Siamo arrivati alla chiusura di un servizio pubblico. Che fare ora? Investire nella piscina è un’emergenza ed è l’unica soluzione».

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