Pro Patria, le pagelle di fine anno. La vecchia guardia delude: si salva solo Fietta

ANCHE TUROTTI E COLOMBO DIETRO LA LAVAGNA

Renault e Pitou (foto Aurora Pro Patria - Corradin)

BUSTO ARSIZIO – Chiuso il girone d’andata con un deludente quintultimo posto, in casa Pro Patria, in attesa della ripresa dei giochi (il 6 gennaio a Gorgonzola) e in attesa soprattutto del mercato di riparazione, è tempo di pagelle. Voti inevitabilmente bassi in linea con i 19 punti racimolati dai tigrotti al giro di boa, ma con una concreta speranza: c’è tutto un girone di ritorno per far meglio. Anche perché far peggio (ma quattro squadre ci sono già riuscite) non solo sarebbe difficile, ma significherebbe probabilmente retrocessione. Una parola che in via Ca’ Bianca equivarrebbe ad una fine che nessuno, proprio nessuno, vuole fare. Alla squadra (non eccelsa ma neanche così scarsa) il compito di rimboccarsi le maniche in fretta; e alla società (presente ma spesso impalpabile) il compito di fare la società, con ambizione e chiarezza.

Promossi

Fietta 7: Essere a 39 anni ancora il migliore, dice tutto.

Stanzani 6.5: Per non essere una vera prima punta, resta il miglior realizzatore della squadra con 5 reti

Renault 6.5: Non sarà Pierozzi e nemmeno Mora, ma almeno è un esterno moderno, utilizzabile su entrambe le fasce, con vista sulla porta (2 gol all’attivo)

Moretti 6.5: Sempre titolare, in campionato e Coppa, si fa apprezzare anche sotto porta, firmando tre reti da 6 punti

Pitou 6+: Il modulo e il fisico lo penalizzano, ma l’indiscutibile talento è fuori categoria: in questa Pro scialba e senza gioco è l’unico che prova a metterci qualcosa di diverso

Sufficienti

Mallamo 6: Quando c’è la sua presenza sembra quasi impercettibile, ma quando non c’è la sua assenza si sente eccome nei fragili equilibri del centrocampo. Resta un investimento (contratto fino al 2026) per la Pro del domani.

Citterio 6: Per certi versi va oltre le aspettative, rivelandosi – oltreché fidato – anche duttile.

Rovida 6: Non sempre sembra saper infondere sicurezza al reparto, ma fra una difesa ballerina e un centrocampo che non fa filtro, il giovane ex Inter risulta il meno colpevole, mettendoci anche qualche pezza.

Ndrecka 6: Non è l’Angelo dirompente dei primi tre mesi in biancoblù, ma la sufficienza striminzita è merito soprattutto dei suoi assist (ben 5), comunque preziosi. Ma può fare molto di più…

Castelli 6-: Una partenza a razzo, poi il calo realizzativo. Resta il miglior attaccante d’area, ma in area bisogna arrivarci…

Zanaboni sv: Troppo poco il suo utilizzo, per poter esprimere un giudizio appieno, ma forse – per caratteristiche e fisicità – è il più attaccante di tutti. Deve però giocare: un anno da titolare in D potrebbe fargli solo bene. Così come ha fatto Caluschi (utilizzato solo in Coppa) e come dovrebbe fare Bashi (grande fisico, ma piedi un po’ da limare)

Rimandati

Ferri 5.5: Da uomo mercato ai tempi di Vargas, a pulcino bagnato: capitan futuro deve tirare fuori il carattere

Piran 5.5: Nel marasma generale, si è perso anche lui. Ma resta un un patrimonio da preservare e valorizzare

Bertoni 5.5: Qualità e geometrie ne ha da vendere, ma nei momenti difficili non bastano i piedi buoni: occorre mostrare più leadership. Deve essere il lume della riscossa

Lombardoni 5.5: Resta e rimane il calciatore più forte della rosa, ma dalle sue prestazioni – purtroppo ancora condizionate dai postumi dell’infortunio – dipende la salvezza della Pro.

Saporetti 5.5: C’è chi cerca di farlo passare come capro espiatorio, ma in realtà il rendimento altalenante di Sapo è in linea con quelli della vecchia guardia. Vecchia guardia che finora non ha dato il contributo atteso

Mangano 5.5: rispetto al passato, non fa grossi errori (anzi in Coppa a Mantova blinda la qualificazione), ma quando gioca non riesce mai a trasmettere piena sicurezza ad un reparto che fa già acqua per conto suo

Vaghi 5.5: Il giudizio è sempre a metà, fra quello che potrebbe essere e quello che non è ancora

Turotti 5.5: Non aver sostituito Piu, aver puntato su un tecnico alla primissima esperienza in panchina (ma legato a doppio filo all’ambiente) e aver deciso di insistere su Mangano per affiancare un giovane come Rovida sono errori di valutazione che hanno pesato. Ma Turotti, pur costretto a fare le nozze coi fichi secchi (il budget della Pro è da zona playout), ci ha abituato ai miracoli. E nel 2024 di miracoli ne serviranno ancora: forza direttore!

Bocciati

Minelli 5.5: Paga la preparazione e il tardivo arrivo, ma ha tutte le qualità – fisiche in primis – per essere un pilastro difensivo del girone di ritorno

Nicco 5: Finora in campo abbiamo visto la sua controfigura: nel ritorno aspettiamo il vero Nicco, quel calciatore che in categoria sa fare la differenza

Marano 5: E’ stato il primo rinforzo del mercato, ma finora non lo è mai stato, smarrendosi nel marasma generale

Parker 5: Nessuno discute il suo impegno, ma un attaccante con 0 gol in 17 presenze si commenta da solo

Somma 5: Tanto fumo e troppo poco arrosto

Mister Colombo 5: il Riccardo giocatore, capitano e bandiera tigrotta non si discute, né mai si discuterà. Il Riccardo allenatore, seppur con l’attenuante del noviziato, sta però faticando più del previsto a dare un’anima e un gioco alla squadra.

Pro Patria pagelle anno – MALPENSA 24