Pro Patria, mani tese fra ultras 1919 e società

I tifosi della Pro Patria (foto Marco Giussani)

BUSTO ARSIZIO – “Niente strette di mani a chi ci vuole morti”. Uno striscione forte, seguito da un comunicato ancor più duro, a firma 1919. Anche senza calcio giocato, con la Pro Patria fuori dai playoff e dai playout, in casa biancoblù non ci si annoia mai, con una polemica estiva di cui se ne sarebbe fatto volentieri a meno. Specie pensando ai “vicini di casa”, con il Legnano ancora in D e il Varese addirittura retrocesso in Eccellenza.

Una polemica, almeno così supponiamo, esasperata anche dall’infuocato post partita di Seregno, con i tifosi tigrotti assediati all’interno dello stadio e con la società bustocca multata dal Giudice Sportivo con una sanzione a dir poco unidirezionale. In linea peraltro con il “furbesco” post emesso dal Sangiuliano (retrocesso in serie D via playout), senza che nessuno prendesse apertamente le difese della tifoseria biancoblù.

Chi sono i 1919?

Innanzitutto bisogna fare una precisazione per inquadrare meglio la situazione. La curva biancoblù, da alcuni mesi a questa parte, è composta al suo interno da due anime, dialoganti fra loro (entrambe presenti anche sabato a Seregno con gli amici triestini), ma diverse per età anagrafica: da un lato il neonato gruppo 1919, composto da giovani che vivono ancora di ideali e di impulsività (e di social: il comunicato è stato pubblicato su instagram); dall’altro i più conosciuti e maturi Ultras Pro Patria 1919 che ormai da anni devono, obtorto collo, fare i conti con tutte le brutture del calcio moderno e con le sue controverse derive.

Le multe

Pur non conoscendo nel dettaglio le dinamiche del mondo ultras, non ci risulta difficile intuire che al centro del duro comunicato emesso dai 1919, non certo avvezzi alla diplomazia…, ci siano le tante (troppe) multe pagate quest’anno dalla società biancoblù. Multe che avrebbero un po’ incrinato i rapporti – un tempo idilliaci – fra la presidentessa e gli ultras. A tal punto che in via Ca’ Bianca avrebbero richiesto – così almeno si vocifera – la “restituzione” di un locale usato come deposito/bar (e pare forma di “sostentamento”) del gruppo. Ricordiamo che lo stadio, seppur comunale, è affidato in gestione alla Aurora Pro Patria 1919.

Cautela

Piccole e grandi incomprensioni che, pur generando uno striscione e un comunicato… di pancia, vanno comunque lette ed interpretate con le dovute cautele del caso. La società – sempre attenta a tenere sotto controllo la situazione – non commenta, ma valuterà sicuramente le forme più opportune per riportare la normalità e la serenità. Anche perché la prossima stagione non è poi così lontana: e ripartire con una divisione interna – senza entrare ovviamente nel merito delle parti – non sarebbe certo un buon inizio.

Lo striscione

“Niente strette di mani a chi ci vuole morti”.

Il Comunicato 1919

Un messaggio forte, per ribadire la nostra posizione, che non ci vedrà mai muoverci di un millimetro, consapevoli che il compromesso è il pane dei mediocri. Un messaggio dedicato a chiunque si senta chiamato in causa, a cominciare dalla presidentessa, che ha deciso di portare avanti una guerra personale nei confronti degli ultimi rimasti a tifare Pro Patria a Busto Arsizio. Avanti 1919, avanti Busto Arsizio.

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