Al via le riprese dell’horror “Inverno” sul set di Rancio Valcuvia

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Da sinistra a destra: Alessandro Picchi, Marionne Cetraro e Emanuele Mattana

VARESE – «Il cinema non è un sogno: è un lavoro, ed è bello dare ad altre persone la possibilità di affacciarsi a questo mondo». Da domenica 30 gennaio sono iniziate a Rancio Valcuvia le riprese del film “Inverno” nei «17mila metri quadrati di puro horror» dell’ex torcitura: sabato al Multisala Impero di Varese il regista Emanuele Mattana, titolare della casa di produzione EMProductions, e l’attore Alessandro Picchi, già aiuto regista per il “Suspiria” di Luca Guadagnino, hanno illustrato il progetto e presentato i componenti della troupe.

La trama

Alcuni ragazzi che hanno organizzato un rave party sono scomparsi da giorni. Tre loro amici, che grazie ai social conoscono il luogo dell’evento, iniziano le ricerche e, passando vicino a un’azienda abbandonata, decidono di rifugiarsi all’interno. «Da lì si sviluppa la storia, che è nata nella mia mente a ottobre», ha raccontato Mattana. «Verrà ambientata, per gentile concessione dell’ad Giuseppe Niesi, nell’area di proprietà della Cumdi». Il lungometraggio, interamente autoprodotto e autofinanziato, coinvolgerà oltre 120 unità tra figuranti e comparse.
In sala oltre al direttore del Miv Andrea Cervini erano presenti i sindaci Davide Galimberti, Enzo Benedusi e Francesco Paglia per i Comuni di Varese, Cuvio e Cuveglio che hanno dato il loro patrocinio per “Inverno” insieme a Rancio Valcuvia, Duno, Casalzuigno, alla Protezione civile di Rancio e al liceo artistico Frattini. «Il nostro territorio, per la bellezza della sua natura e dei suoi paesaggi, è già un set di per sé: il sostegno che abbiamo ricevuto per il film è un forte segnale della volontà di cambiare».

L’omaggio ai film degli anni Settanta e Ottanta

La colonna sonora a cura di Marco Giardina (uno delle due collaborazioni da Maniago, l’altro è Emiliano Grisostolo per la revisione della sceneggiatura), presenta chiari riferimenti al cinema degli anni Ottanta. «Ho voluto omaggiare le pellicole di quell’epoca, e del decennio precedente, con uno stile di regia particolare», ha spiegato Mattana. «Ci sono anche diverse citazioni. L’elemento innovativo è invece la contemporaneità in cui si sviluppa la storia. Ora le persone, anche se si trovano a soli venti metri di distanza, preferiscono mandare un messaggio. Si perde più tempo a fare così, e in quell’azione la comunicazione non esiste. In “Inverno”, che contiene una denuncia attuale, verrà eclissata questa contemporaneità dei fatti, il consumismo». Il modello sono i film horror di George Romero: «Ne “La notte dei morti viventi” la critica è rivolta alla radio, in “Zombi” alla televisione, quindi con “Il giorno degli zombi” a strumenti e apparati militari e infine, con “Le cronache dei morti viventi”, ai social network. Mentre il suo pensiero era politico, nel mio caso l’attenzione si concentra più a livello comunicativo».

Gli attori

Insieme a Picchi, che interpreterà Dimitri, «personaggio non ambiguo, ma “a più strati”», tra gli attori protagonisti ci sono Simone Murru e Michela Mura, ex allievi dell’Istituto Antonioni di Busto Arsizio. Irene Terzaghi dell’Accademia Teatro Franzato vestirà i panni di Olga, sorvegliante dura e stakanovista, mentre Luca Scarabelli (nella foto sopra con Picchi e Mattana), docente del Frattini, quelli di Pavel, collante tra i ragazzi e le creature che incontreranno. Una figura, in questo caso, realmente ambigua: «non dà mai la possibilità di coglierlo fino in fondo, è come un vetro opaco».
Marionne Cetraro, segretaria di edizione, curerà il “diario di bordo” e Cosima Giorgio (nella foto qui sotto), docente dell’Einaudi, si occuperà di montaggio e postproduzione «per dare il mio contributo a farvi saltare dalle poltrone». Mario Leutner, fotografo di scena, ha assicurato: «La location è già spettrale: faremo in modo di renderla più tremenda». Come ha sottolineato Luca Alberti, direttore della fotografia, «quello che ci proponiamo è un obiettivo ambizioso. Sarà una sfida portare il tutto in scena: dovremo sfruttare molto bene le ombre. Non si parla mai tanto di Varese, questo progetto è importante per promuovere il territorio».

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