Samarate: no al nuovo ospedale Busto-Gallarate se avrà meno posti letto

samarate consiglio ospedale unico

SAMARATE – Sono tutti d’accordo: il Comune di Samarate non aderirà al provvedimento di Regione Lombardia che prevede la creazione dell’ospedale unico Busto-Gallarate se si ridurrà la somma dei posti letto delle attuali strutture. Chi siede in consiglio comunale questa volta ha preso le distanze dalla politica di partito in favore di un obiettivo condiviso: la salute dei cittadini. La mozione è stata avanzata durante la seduta di ieri sera, 15 giugno, dal rappresentante d’opposizione Tiziano Zocchi (Progetto Democratico): «La terribile situazione degli ultimi mesi deve insegnarci a ragionare in termini di prevenzione delle emergenze. Cosa sarebbe successo se invece di due ospedali, con un totale di 925 posti, avessimo avuto un solo ospedale, con 225 letti in meno?». Una situazione che in un modo o nell’altro mette tutti d’accordo, anche in maggioranza. «Da una parte non ha senso mantenere un sistema nel caso di eventi così rari, ma è sicuramente vero che bisogna riflettere su quanto è accaduto e pensare a prendere delle misure per le emergenze», ha dichiarato il capogruppo della Lega, Leonardo Tarantino. Una dimostrazione di buonsenso, che mette al primo posto il futuro dei samaratesi.

Due ospedali sono meglio di uno

«È sbagliato chiedersi di rinnovare due ospedali e cercare di metterli insieme per migliorarne la funzionalità? No, anzi è giusto pensare di progredire, aspirando a delle strutture che siano più moderne ed efficaci rispetto a quelle attuali di Gallarate e Busto», ha dichiarato il consigliere della minoranza Paolo Bossi (Samarate Città Viva). «Il problema sta nell’idea di voler centralizzare l’ospedale per risolvere gli attuali problemi, a spesa di numerosi posti letto». Il consigliere di centrosinistra sposta l’attenzione su un altro fattore, che riguarda la medicina territoriale, considerato indispensabile per creare un rapporto di sinergia tra cittadino e sistema sanitario. Un punto su cui insiste anche Zocchi: «Smantellare due ospedali per crearne uno solo va contro l’idea di un sistema adeguato a prevenire le emergenze. Il Coronavirus ha dimostrato che è necessario un nuovo modo di rapportarsi con le persone malate, senza limitarsi a curarle ma mostrando interesse anche da un punto di vista sociale».

Sono tutti d’accordo

Una proposta che mette tutti d’accordo. L’assessore Tarantino, infatti, ha sottolineato che lui e il suo partito, la Lega, non sono di principio contrari alla nuova struttura. Tutt’altro.
Per questo motivo ha fatto emergere anche i vantaggi che ci sarebbero se si venisse a creare un unico ospedale tra le città di Busto Arsizio e Gallarate. «Il progetto ha le potenzialità per creare un ospedale importante –  ha spiegato – si troverebbe in una posizione strategica, non solo più comoda per noi di Samarate ma anche per un bacino di persone, compreso tra Somma Lombardo e Saronno, di almeno 250mila abitanti». E aggiunge: «Si troverebbe poi a una decina di minuti da Malpensa e quindi al servizio di comunità anche più lontane delle nostre». Ma il problema della sanità italiana è più grande, come ha spiegato Tarantino: «Si ponga l’attenzione sull’ultimo decennio, in cui la sanità pubblica del Paese è stata caratterizzata da tagli e interventi di sistema, creando in alcuni casi efficienza ma in altri grandi mancanze. L’attuale situazione ha messo in evidenza tutti questi problemi». Un’analisi della storia recente italiana che ha spinto il centrodestra ad approvare la mozione. «Dobbiamo pensare al futuro dei cittadini mettendo nuovi paletti nel sistema di regole che gestisce la sanità, almeno per quanto riguarda quella lombarda. Noi siamo favorevoli al nuovo ospedale soltanto se non ci sarà riduzione dei posti letto», ha concluso Tarantino.

Problemi non solo alla sanità

Il Coronavirus ha creato una serie di situazioni spiacevoli, molte delle quali svincolate dalla crisi sanitaria. Sono un esempio gli episodi di cui è stato vittima il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, minacciato con scritte sui muri e messaggi che lo hanno obbligato ad una scorta. Come lui, altre figure istituzionali sono state prese di mira da attacchi, principalmente sui social, e così anche il personale sanitario, tra cui infermieri, oss, medici. Durante il consiglio di ieri è stata quindi presentata una mozione di solidarietà nei confronti di chi ha ricevuto insulti e minacce durante la crisi da Coronavirus, con l’auspicio che il clima d’odio cessi al più presto.

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