Vito Monti con FdI a Samarate: «In campo per non spaccare il centrodestra»

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Vito Monti

SAMARATE – «Voglio fare. Io lavoro per costruire, non per spaccare il centrodestra». Anche perché – e vuole precisarlo una volta per tutte – «è quella la mia area di provenienza: non posso snaturarmi». Vito Monti spiega. Spiega che il suo impegno è per Samarate, spiega gli ambiti in cui ha intenzione di investire le proprie competenze, spiega perché ha deciso di accettare l’invito di Fratelli d’Italia e fare parte della lista che appoggerà il sindaco leghista Enrico Puricelli alle prossime Amministrative.

In campo con FdI

Per anni l’ex assessore è rimasto fuori dai giochi della politica samaratese, poi ha deciso di tornare in campo e di provare a dare concretezza a quel desiderio di «discontinuità» di cui ancora oggi parla. Avrebbe voluto – da civico – trascinare il centrodestra alle elezioni, salvo poi prendere atto della scelta delle segreterie provinciali che hanno concordato per il Puricelli bis. «Ok, ho pensato che potevo anche farmi da parte», racconta ora. «Ma ho ricevuto più di una proposta da parte di Fratelli d’Italia, per far parte della lista e lavorare insieme al centrodestra». Ecco quindi che, dopo diverse interlocuzioni con esponenti locali e non solo, ha deciso di tesserarsi con il partito di Giorgia Meloni e di sposare il progetto della coalizione unita.

«Ok al sindaco, la giunta si cambia»

Sul lavoro da fare, già si discute. I temi cari a Monti sono quelli che tuttora lo impegnano quotidianamente: scuola, sport, sicurezza, sociale. «Ma non si è parlato di poltrone», dice. «Solo del fatto che anche io possa far parte di FdI con l’obiettivo di dare ulteriore peso politico al partito».
Nel vivo del progetto, ora, è pronto ad appoggiare il candidato sindaco. Con alcune precisazioni: «Non ho mai avuto nulla contro Puricelli. Ho sempre sostenuto che però avesse bisogno di una giunta forte. L’amministrazione comunale è stata inesistente e gli assessori non erano sul pezzo. Per questo continuo a dire che la discontinuità ci vuole». Della serie: «Ok al sindaco, la giunta si cambia». Conclude: «Non ho mai fatto battaglie contro le persone, ma per le persone. Mi dicono che mi vendo per un piatto di lenticchie? Sbagliano: lavoro dall’età di 12 anni, l’unico piatto a cui ho fatto riferimento è pane e sudore. Per cambiare le cose bisogna metterci la faccia, non basta solo lamentarsi».

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