SAMARATE – Nicolò Maja, l’unico sopravvissuto alla mattanza compiuta dal padre Alessandro nel maggio 2022 nella casa di famiglia di Samarate dove il geometra uccise a martellate la moglie Stefania e la figlia Giulia, 16 anni, ferendo Nicolò in modo gravissimo, ospite ieri, giovedì 28 dicembre, della trasmissione Rai La vita in diretta condotta da Alberto Matano. Con lui i nonni Ines e Giulio Pivetta che oggi vivono per sostenere Nicolò n un durissimo percorso di riabilitazione. Alessandro Maja è stato condannato all’ergastolo in primo grado ed è ora in attesa dell’Appello.
Il futuro di Nicolò, gli auguri dal carcere
Ed è nonna Ines a non nascondere preoccupazione «Nicolò ha una vita davanti, noi siamo anziani: stiamo facendo tutto il possibile per garantirgli un futuro autonomo. È lui che ci dà la forza di andare avanti» e rabbia: «Maja ci ha scritto dal carcere augurandoci un felice e sereno Natale – aggiunge nonna Ines – Dopo quello che ha fatto? Lui solo una cosa deve spiegare, in primo luogo a suo figlio, e poi a noi: perché ha fatto quello che ha fatto. Ci scrive che gli mancano Stefania e Giulia, che vuole vedere la loro tomba. Dopo quello che ha fatto scrive una cosa del genere? Questo non è che non c’è o è pazzo: ancora una volta dimostra di pensare sempre e solo a se stesso». Ed è Nicolò a sottolineare che il padre gli ha mandato gli auguri come se la sua vita fosse la stessa di prima ma che in realtà non i Natali non saranno mai più uguali e che non ci sarà mai perdono per il killer.
L’operazione che non arriva
E’ nonna Ines, invece, a tornare sul punto dell’autonomia di Nicolò: «Da mesi attendiamo che l’ospedale di Varese ci chiami perchè Nicolò deve essere sottoposto a una fondamentale operazione alla testa senza la quale non può fare niente. Aspettiamo senza che ci facciano sapere niente. Chiediamo che qualcuno ci aiuti». E nonno Giulio aggiunge: «Non stiamo parlando dei medici. I medici dell’ospedale di Circolo di Varese sono stati eccezionali: hanno salvato Nicolò e avranno per sempre la nostra stima e la nostra gratitudine. E’ il sistema sanitario che non funziona. Chiediamo che davvero qualcuno ci aiuti perché quest’intervento è fondamentale per Nicolò». Nicolò che sogna di poter tornare a pilotare gli aerei e costruirsi un futuro.