San Giorgio, primo bilancio della giunta Ruggeri. Che fa i conti con il caro prezzi

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SAN GIORGIO SU LEGNANO – Un bilancio che pareggia a 7,7 milioni di euro (7.702.073,76) con alcuni elementi di debolezza ma anche diversi di forza. È quello di previsione per il 2023 del Comune di San Giorgio su Legnano approvato ieri sera, lunedì 3 aprile. Si tratta del primo documento di programmazione dell’amministrazione Ruggeri, che recepisce gli input derivanti dal Dup-Documento unico di programmazione fino al 2025 e quindi dalle linee programmatiche del mandato; è anche il primo documento post Covid dopo gli anni dell’emergenza (2020, 2021 e 2022).

L’amministrazione sottolinea il «parziale» impatto sui conti del Comune dell’emergenza energetica mentre definisce «importante» quello del caro prezzi e del nuovo trend inflazionistico. Quasi sicuramente ci sarà un’ulteriore proroga del bilancio al 31 maggio, mentre è stata scissa l’approvazione delle tariffe al 30 aprile.

Scendono spese ed entrate tributarie

I numeri per le prossime annualità riferiscono di un pareggio tra entrate e spese a quasi 8 milioni nel 2024 (7.914.813,96 euro) e a poco più di 6 nel 2025 (6.108.555,61 €). Rispetto all’assestato del 2022, le spese correnti scendono del 3% (da 4.707.425,79 a 4.567.843,95 euro), mentre quelle in conto capitale da 2.244.180,93 a 1.462.553,81 euro. Fra le entrate, la voce principale è rappresentata da quelle tributarie (intorno a 3.240.000 euro per tutti gli anni in considerazione, quindi dal 2022 al 2025) con una progressiva, lieve riduzione.

Viene indicato come “elemento di debolezza” la modifica contrattuale della concessione della rete del gas, che potrebbe determinare in futuro un ridimensionamento del canone attuale (pari a 260.000 euro); inoltre nel 2024 è prevista l’assunzione di un nuovo mutuo per il rifacimento di un campo da gioco in materiale sintetico, la cui rata inciderà sui conti dei prossimi anni.

Risorse “liberate” dal contenzioso con 2iReteGas

Per contro, fra gli “elementi di forza” risultano la cessazione, nel 2025, dei piani di ammortamento dei due mutui contratti che prevedono spese per interessi e il non utilizzo delle entrate da oneri di urbanizzazione per le spese correnti; ma, soprattutto, la definizione della controversia con 2iReteGas, con molta probabilità favorevole all’ente comunale, che potrebbe determinare la fine dell’accantonamento annuale a tale scopo: si libererebbero così importanti risorse accantonate negli ultimi anni nell’avanzo di amministrazione con cui potrebbero essere finanziati nuovi investimenti.

Come ricorda la stessa amministrazione a margine del bilancio, la sentenza di primo grado del Tribunale di Busto Arsizio ha condannato il gestore a riconoscere al Comune quanto previsto nel contratto originale, come confermato dalla sentenza della corte d’appello del 24 marzo 2021; successivamente, il 7 dicembre dello stesso anno la Corte Costituzionale si è espressa in favore della costituzionalità della norma vigente (la legge 11 dicembre 2016, n. 232): pertanto, secondo la legge attuale le società di distribuzione del gas naturale devono continuare a pagare i Comuni finché questi non concludono una nuova gara.

Nello stesso contenzioso sono coinvolti i Comuni di Busto Garolfo, Inveruno, Cuggiono, Bernate Ticino, Marcallo con Casone e Nerviano.

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