Moschea di Sesto, sarà il prefetto a decidere dove. Il Comune perde ancora al Tar

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SESTO CALENDE – Il tribunale amministrativo della Lombardia ha nominato il prefetto della provincia di Varese, Salvatore Pasquariello (foto nel riquadro), commissario ad acta per la moschea di Sesto Calende. Sarà lui a sostituirsi all’amministrazione comunale, inadempiente a ben quattro sentenze sfavorevoli nella lunga battaglia legale contro l’associazione “Comunità islamica ticinese”, e decidere dove collocare il luogo di culto. 

Entro 60 giorni 

Così hanno stabilito i giudici del Tar nella quinta sentenza a favore dei fedeli di Allah. Il prefetto dovrà provvedere a emettere «l’atto necessario a dare riscontro all’istanza formulata dalla ricorrente nel termine di sessanta giorni decorrente dalla comunicazione della presente sentenza», datata 23 dicembre. In particolare il Commissario ad acta dovrà riesaminare la domanda dell’associazione, «avviando un’istruttoria che, tenendo conto delle risultanze di quella già compiuta, verifichi la possibilità di reperire un’area idonea per accogliere una struttura religiosa che risponda alle richieste dell’Associazione stessa, eventualmente approvando una Variante al Pgt, ove necessaria».
Pasquariello potrà dunque confermare la collocazione in zona industriale, scelta dal sindaco Giovanni Buzzi nella Variante poi bocciata dalla sua maggioranza, oppure, più «vicino alle nostre case, in centro paese» come aveva suggerito il capogruppo della Lega Marco Colombo nella seduta-farsa del consiglio comunale dello scorso 7 giugno. 
Se il commissario ad acta lo ritenesse opportuno, potrebbero dunque tornare in auge anche le altre nove alternative al terreno di via dell’Artigianato che erano state prese in considerazione negli anni precedenti. Tra le altre, si era pensato di costruire la moschea accanto al campo sportivo, a lato del cimitero, dietro la stazione ferroviaria, al posto dell’area cani adiacente all’asilo nido, eliminando l’area feste di San Giorgio, lungo via Oriano, addirittura al posto del campo da gioco di via Montello

La sentenza

Con la nuova sentenza i giudici confermano per la quinta volta che «non è ammissibile negare il consenso sulla base di un preteso “non gradimento” della moschea da parte della maggioranza della popolazione, posto che il diritto di libertà religiosa, che comprende quello di disporre di luoghi destinati alle pratiche culto, deve essere garantito anche alle minoranze». Sottolineano inoltre che l’istruttoria che ha condotto alla redazione della proposta di delibera della Variante Buzzi aveva «messo in luce una serie di elementi che denotano l’attitudine dell’area di via dell’Artigianato ad essere destinata ad ospitare attrezzature religiose. Inspiegabilmente tuttavia, il consiglio comunale, ha respinto la proposta, e ciò senza indicare in alcun modo le ragioni che l’hanno spinto ad assumere tale decisione». Anche per questo motivo il Comune di Sesto Calende è stato condannato al rimborso delle spese di giudizio, liquidate in 1.500 euro, che si aggiungono agli oltre 100mila euro già spesi in questi anni per ottenere l’esatto opposto di quanto il sindaco Marco Colombo prima e l’attuale Giovanni Buzzi auspicavano.

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