Siamo Somma insiste sulla terza pista: «Non è osceno voler spalmare il disagio»

Siamo somma terza pista

MALPENSA – Siamo Somma, unica lista civica di opposizione presente in consiglio comunale a Somma Lombardo con Corrado Martinelli, torna alla carica sulla terza pista. Nonostante l’immediata levata di scudi da parte degli ambientalisti, i civici fanno capire che la nuova infrastruttura è l’unico modo per togliere parte degli aerei dai cieli di Casorate Sempione, Arsago Seprio e Somma Lombardo, ponendo fine all’eterno litigio campanilistico per qualche decollo in più o in meno sul proprio territorio. Del resto già l’ex sindaco di Somma, Guido Colombo, si è sempre dichiarato favorevole. E anche l’ex primo cittadino arsaghese Claudio Montagnoli, fervido antimalpensista, in più di un’occasione disse: «Arriveremo a un punto che saremo noi a chiederla perché qui non si potrà più vivere».

Di seguito la nota integrale di Siamo Somma:

SiamoSomma ritiene doverose alcune precisazioni a seguito delle auspicate e desiderate reazioni sull’ultimo articolo apparso sulla stampa che proponeva, nelle ultime righe del comunicato, una riflessione sulla eventuale terza pista di Malpensa. Alcune voci veementi, genuine e dettate dal cuore sono state molto apprezzate accompagnate da altre contenenti semplici slogan del tipo “No terza pista senza se e senza ma” che vogliono dire tutto e niente e magari desiderano solamente sottrarsi dallo scomodo dibattito.

Premettiamo che questa terza pista era già stata scartata da Sea forse dietro richiesta del territorio ma certamente perché difficile da realizzare per safety e rischio terzi. Impensabile costruire una pista che va nella direzione del Terminal 1. Era pertanto uno stimolo per una discussione vasta e costruttiva su un argomento sempre all’ordine del giorno: Malpensa e l’equa ripartizione del disagio che è il credo assoluto di SiamoSomma.

SiamoSomma rispetta Malpensa che è la più grande ed importante azienda del territorio ma Malpensa deve rispettare il territorio che la circonda visto che è inquinante e pericolosa ( solo un esempio è l’incidente a Fiumicino dove un aereo in decollo  ha perso dei pezzi sul territorio).

Guardiamo obiettivamente la storia di questi 15 anni. Malpensa ha ubbidito solamente al mercato. E’ diminuita a seguito della crisi economica perché meno gente poteva permettersi un biglietto aereo ed ora aumenta sempre di più perché più utenti sono in grado di pagarselo. In questi 3 mesi sta addirittura incorporato l’aeroporto di Linate, nonostante la contrarietà del territorio, ma lo ha fatto.  Ha quindi dimostrato di poter reggere un incremento di traffico incredibile che, se la crisi lo consentirà, ci ritroveremo tutto sulle nostre teste. Numerose tratte sono state acquisite negli ultimi anni ed altre sono già alle porte.

Che facciamo nei prossimi anni? Gli aerei danno fastidio. Stiamo a guardare il Sindaco A che lavora in Commissione Aeroportuale per spostarne centinaia dal suo quartiere alla periferia? Poi aspettiamo il Sindaco B che riporta gli aerei da una parte all’altra? Questo è quello che stiamo vivendo oggi. Si pensi che nei mesi primaverili, quindi prima del trasferimento di Linate, nelle zone di Somma dove sono stati tolti aerei il rumore è calato dal 15 al 25% mentre in quelle dove sono stati trasferiti il rumore è rimasto uguale. Miracolo. Questo lo dicono decine di tabelle fornite da Sea che nessuno è in grado di controllare e verificare. Oltretutto senza tracciati radar e con una rete di monitoraggio insufficiente nella zona dove sono stati trasferiti gli aerei e discutibile perché senza correlazioni tra registrazioni e passaggi di aerei e senza sapere quali e quante le giornate dove non ha funzionato. Su questi dati a settembre il nostro Sindaco approverà la sperimentazione. Vogliamo gestire così il problema? Chi è più forte vince? Va bene tutto ma non a casa mia? Questo è quello che vogliamo?

Proprio l’inizio del trasferimento dei voli da Linate ha però visto un fatto nuovo. Qualche giorno prima e senza preavviso la Direzione Centrale di Enac ha deciso, per ragioni di sicurezza, di utilizzare per 10 giorni una sola pista per i decolli. Le Amministrazioni locali, provinciali, regionali e nazionali unite hanno protestato e come per incanto i 10 giorni si sono ridotti a 5. Questa è la prova che tutto il territorio unito può influire nelle decisioni a tutela del territorio.

E’ quindi un’utopia chiedere alla nostra Amministrazione di smetterla di spostare il disagio da una parte all’altra della Città ma di concentrarsi per un accordo complessivo di tutto il territorio al fine di certificare i confini dell’aeroporto nel rispetto delle leggi vigenti? Per la verità sono molti anni che singole persone e Comitati lottano per il rispetto delle norme vigenti e vanno ringraziati ma, senza il supporto di tutte le Istituzioni, la strada è molto difficile.

Se mai questo avverrà sarà così osceno cercare tutte le vie disponibili intorno all’aeroporto così da spalmare il più possibile il disagio che, a quel punto, non potrà andare oltre i limiti certificati sia in termini di passeggeri annui che di tonnellate di merci? Era questo il senso della provocazione della terza pista: non favorire un incremento di traffico ma ripartire il fastidio spalmandolo maggiormente. Vogliamo provarci o preferiamo osservare, anno dopo anno, l’incremento dei voli dalle nostre finestre nella speranza che qualche Sindaco ne tolga il più possibile da sopra le nostre case dirottandoli ovviamente su altre?

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