Sicurezza a Induno, il sindaco scrive a prefetto e questore e sollecita la caserma

INDUNO OLONA – Il sindaco di Induno Olona Marco Cavallin interviene sul tema della sicurezza, in seguito agli ultimi episodi che si sono verificati nel comune alle porte di Varese, tra cui i vandalismi di martedì notte. In attesa di novità sull’identificazione degli autori il primo cittadino ha chiamato in causa prefetto e questore per la convocazione di un tavolo sul tema. Quindi si sofferma sulla questione della caserma dei Carabinieri, sottolineando i ritardi burocratici che si protraggono ormai da troppi anni.

Danneggiamenti in zona stazione

Ad allarmare la comunità di Induno sono stati alcuni casi di microcriminalità, ultimo dei quali l’episodio che si è verificato nella notte tra lunedì e martedì scorso, con vandalismi e furti sulle auto in sosta nella zona della stazione. Un raid che ha colpito le vie Sangiorgio, Trieste e limitrofe, con i vandali che hanno agito probabilmente a scopo di furto. Il sindaco aveva quindi messo a disposizione degli inquirenti i filmati dell’impianto di videosorveglianza comunale e invitato chi avesse subito i danneggiamenti a presentare denuncia. A qualche giorno di distanza Cavallin è voluto tornare sull’argomento con un post social, aggiornando i suoi concittadini. «Dopo la spaccata alle auto di qualche giorno fa in zona stazione, ho immediatamente interessato le forze dell’ordine, che si sono dimostrate come sempre attente e disponibili all’ascolto e all’azione: con loro il contatto è costante e più che mai in questi frangenti».

Le indagini proseguono

Il ringraziamento di Cavallin va in particolare ai Carabinieri della stazione di Arcisate. «Il comando più vicino a noi: proprio loro, insieme ai nostri uomini della Polizia Locale, comandati da Gabriele Ferro, hanno immediatamente disposto un potenziamento significativo dei passaggi di controllo sul territorio (sono stati in sostanza raddoppiati) e continuano nel lavoro – difficile ma promettente – di identificazione dei due ragazzi che si sono resi colpevoli dei danneggiamenti dell’altro giorno, grazie al nostro impianto di videosorveglianza. Chi infrange la legge non può pensare di farla franca, né di continuare ad agire indisturbato. Da questo punto di vista, gli stessi Carabinieri mi chiedono di invitare tutti coloro che si trovino a essere vittime di atti criminosi a esporre regolare denuncia, e di segnalare movimenti sospetti; queste evidenze aiutano le forze dell’ordine a monitorare meglio la situazione e a intervenire con la massima precisione».

Un tavolo di monitoraggio

Per affrontare il tema della sicurezza in modo ancora più efficace il primo cittadino ha voluto chiamare in causa le istituzioni. «Ho scritto e inviato a Prefetto e Questore una lettera in cui chiedo ufficialmente attenzione particolare al nostro territorio in queste settimane – scrive Cavallin sulla sua pagina Facebook – nei prossimi giorni la nostra amministrazione dovrebbe dunque venire chiamata a partecipare a un apposito tavolo di monitoraggio, dove certamente avremo modo di approfondire quanto si può fare per alzare ulteriormente il livello di presidio e protezione del territorio».

La caserma che non c’è

Infine il sindaco chiude il suo intervento con una riflessione amara sui tempi interminabili della burocrazia italiana, che rallentano da anni l’entrata in funzione di un importante presidio di sicurezza. «Non vi nascondo che da questo punto di vista è mortificante constatare le enormi difficoltà e lentezze che stanno caratterizzando il completamento della Caserma dei Carabinieri di via Sangiorgio, un presidio che sarebbe certamente importante per la nostra comunità. Le ultime notizie dal Provveditorato mi parlano purtroppo di ulteriori contrasti economici tra committenza statale e impresa per la finitura del cantiere. Ormai quella della caserma è storia lunga quindici anni, che ci racconta di un vero e proprio fallimento della burocrazia pubblica, incapace di portare a termine un manufatto che – in mano a un privato – sarebbe probabilmente stato realizzato e utilizzato nel giro di un anno. Continueremo tuttavia a vigilare e a sollecitare chi di dovere affinché – nonostante il colossale ritardo – sia messa la parola ‘fine’ a questa pagina nera delle opere pubbliche di Stato».