Sindacati chiedono a Enac di limitare gli handlers a Malpensa. A rischio i lavoratori

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MALPENSA – Dopo mesi di cassa integrazione, di aeroporti quasi completamente vuoti e dopo l’addio di Alitalia a Malpensa, oltre 200 lavoratori dei sindacati di Adl, Flai, Cub e Usb organizzano un presidio sotto la sede di Enac per chiedere che allo scalo della brughiera venga predisposta una gara per limitare il numero degli operatori e per assicurare la protezione sociale ai lavoratori.

Stop ai nuovi handlers di Malpensa

Oggi, giovedì 1 ottobre, i sindacati di Afl, Flai, Cub e Usb hanno organizzato un presidio sotto la sede dell’Ente nazionale per l’aviazione civica, che è partito alle 14.30, coinvolgendo più di 200 manifestanti. «Abbiamo previsto questa assemblea all’aperto perché in un momento di crisi del settore aeroportuale, la perdita dei vettori causerà spostamenti di personale da una società di handling all’altra. Ed è fondamentale che Enac intervenga per limitare l’ingresso di nuovi handlers a Malpensa, perché ciò comporterebbe un’erosione dei diritti dei lavoratori», spiega Andrea Orlando, segretario generale di Flai Ts.

Per salvaguardare i posti di lavoro

La richiesta è quindi quella di predisporre una gara per limitare il numero di handlers a solo tre operatori. «Che siano affidabili e che applichino il contratto collettivo nazionale del trasporto aereo». Da qui la seconda richiesta rivolta a Enac: applicare la clausola di Sito. «Si tratta di una forma di garanzia che impone alle compagnie di mantenere i contratti di lavoro attivi anche quando si passa da un handler all’altro».

La follia di Alitalia

I manifestanti non possono che rivolgersi anche ad Alitalia, che proprio da oggi chiude il suo hub a Malpensa, spostando tutte le attività a Linate. «E’ una follia che i due scali più importanti di Italia non siano collegati e il grande problema è che ora Alitalia ha deciso di autogestirsi. E, dal momento che la compagnia si è sempre sottratta a ogni incontro con i sindacati, vogliamo che la gestione torni a essere aeroportuale per non penalizzare ulteriormente i dipendenti, che da mesi sono in cassa integrazione».

Ecco quindi che il presidio continua per tutto il pomeriggio e proseguirà poi il 7 ottobre sotto la palazzina di Sea a Milano e il 13 fino al palazzo di Regione Lombardia. «Ma il vero obiettivo – dice Orlando – è arrivare al Ministero dei trasporti di Roma».

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