Sindacati: «Falsa partenza di ospedali e case di comunità nell’Ovest Milanese»

sanità sindacati ospedali ovestmilanese

LEGNANO – Non va la “sanità di territorio”. È l’accusa mossa dai sindacati dopo l’incontro tra Cgil, Cisl, Uil e sindacati dei pensionati con la direzione della Asst Ovest Milanese. «Non possiamo dire che sia stato esauriente e che abbia tolto dubbi e preoccupazioni» lamentano il segretario generale della Spi Cgil Ticino Olona, Rosario Sergi, il segretario della Fnp Milano Metropoli, Luigi Maffezzoli e quello della Uilp Uil Milano, Antonio Rumoro, che puntano il dito in particolare sulla implementazione delle case e degli ospedali di comunità, che a loro dire «sta andando a rilento».

Servizi e orari insufficienti

Attualmente risultano aperte quattro case di comunità: a Legnano, Cuggiono, Busto Garolfo e a Magenta. «Dalle nostre verifiche, però – osservano i dirigenti sindacali – abbiamo riscontrato che i servizi presenti e gli orari di apertura sono ben al di sotto degli standard previsti dalla riforma». Mentre nessun ospedale di comunità dei tre previsti (a Legnano, Abbiategrasso e Cuggiono) ha ancora aperto «e le previsioni riguardano comunque un numero di posti letto nettamente inferiori a quelli stabiliti dagli standard del Pnrr. Sono stati individuati i direttori di distretto che potrebbero diventare nostri interlocutori territoriali insieme agli enti locali, ma la Asst non ci ha voluto fornire i riferimenti.

«Alle nostre precise richieste riguardanti l’apertura e l’implementazione delle case e degli ospedali di comunità, la carenza di medici di famiglia, iniziative specifiche per le liste di attesa, il reperimento di personale e altre, le risposte sono state vaghe e non specifiche e dettagliate. In sostanza nell’incontro il direttore si è limitato a fornire le informazioni sullo stato dell’arte senza azzardare previsioni a medio-lungo termine, limitandosi a ricordare gli obiettivi previsti. Anche le slide fornite successivamente non aggiungono molto, anzi aumentano i nostri interrogativi, ad esempio quando vengono indicati come “ambulatori” della Asst spazi privati che a noi non risultano nemmeno accreditati».

Appello ai sindaci e assemblee pubbliche

I tre segretari si dicono pertanto «molto insoddisfatti. Per questo a livello unitario, dopo una valutazione complessiva, andranno decise quali iniziative intraprendere. In primo luogo andrà cercata un’interlocuzione con le assemblee dei sindaci che ora diventano soggetti attivi nei distretti, per concordare con loro obiettivi e prese di posizione. Andranno inoltre proseguite assemblee pubbliche in tutto il territorio della Asst per sensibilizzare i cittadini e per raccogliere le loro rimostranze.

«I sindacati dei pensionati, in pieno accordo con le confederazioni, sono particolarmente sensibili ai temi della salute che riguardano in larga parte la popolazione più anziana e le persone fragili. L’assenza di medici e di presìdi sanitari di prossimità e le lunghe liste di attesa che stanno costringendo gli assistiti a scegliere cure a pagamento o a spostarsi per le visite in altri territori distanti molti chilometri, sono fattori che pesano particolarmente sui più fragili e soli e sui più anziani. Anche i recenti dati dell’Agenas-Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali mostrano le spese crescenti verso la sanità privata e sappiamo che non sono poche le persone che rinunciano alle cure perché non ne possono sostenere i costi.

«Chiediamo ai decisori politici, in base alle loro diverse responsabilità, e alla società civile una maggiore attenzione a questi problemi e proposte di soluzione che siano credibili e tempestive».

sanità sindacati ospedali ovestmilanese – MALPENSA24