Sonny Colbrelli: “Mi ritaglio uno spazio nell’altro lato del ciclismo”

ciclismo sonny colbrelli

Foto, autografi, video. Trovare Sonny Colbrelli libero da impegni al truck Valsir, l’azienda bresciana leader nel settore dell’idraulica, non è per nulla facile. Il pubblico da queste parti lo conosce e lo apprezza e lui, con la sua proverbiale generosità, non si tira mai indietro. 

Sonny quali sono i tuoi ricordi da corridore al Giro di Polonia?

«Ho partecipato in due occasioni, nel 2012 e nel 2013. L’edizione del 2013 è stata caratterizzata dal maltempo e io venivo da un Giro d’Italia nel quale avevo preso la polmonite. Il direttore sportivo Reverberi mi consigliò di non rischiare per evitare una ricaduta e quindi mi ritirai. Mi ricordo di questa gara per la quantità di pubblico sulle strade e la gioia dei bambini. C’è grande passione qui per le biciclette. Ero rimasto molto colpito anche dai palloni gonfiabili pubblicitari disseminati lungo il percorso, la trovo una grande idea per veicolare gli sponsor da parte degli organizzatori.»

Qui nell’80° Giro di Polonia sei presente come Ambassador di Valsir:

«Con Valsir ho già fatto il Giro-E e altri eventi come il Beking a Montecarlo. Qui in Polonia ho partecipato alla Gran Fondo a Karpacz: 82 chilometri di pura passione con la gente a bordo strada che ci incitava nell’attesa dell’arrivo dei professionisti. Siamo partiti in 2300 su un percorso per nulla facile! Durante il giorno sto alla partenza e poi mi sposto all’arrivo al truck Valsir. La corsa è un ottimo strumento per il networking e abbiamo circa 40 ospiti al giorno. C’è una bella atmosfera e la gente mi riconosce, mi chiede della Roubaix o della mia carriera. Spero di ispirare qualcuno, soprattutto i più giovani. Mi fanno anche domande del tipo “Perché non sei in corsa?” o “come sta andando Matej Mohorich?” Mi piace molto intrattenere gli ospiti di Valsir e sono orgoglioso di fare parte di questo gruppo. Loro mi hanno visto crescere nella mia professione e io li ho visti crescere come azienda. Ci conosciamo da sempre.»

Cosa pensi di questa corsa?

«Il livello è molto alto ed è una gara aperta, con un percorso che mi sarebbe piaciuto molto. Non nego che a volte soffro nel vedere i corridori in gara, soprattutto in gare di questo tipo che si addicono alle mie caratteristiche. Però questa è la vita e devo pensare che sono fortunato ad essere qui a parlarne ancora.»

Chi vincerà?

«Non ho la sfera di cristallo, ma io spero Mohoric. Se lo merita ed è un amico. Dopo le classiche, che non sono andate come pensava, ha tenuto duro e al Giro di Slovenia si è sbloccato. La vittoria di Poligny al Tour de France gli ha cambiato il modo di pensare, di vedere la corsa, ed ecco che qua in Polonia ha fatto un primo e due secondi posti e oggi difende la maglia gialla nella crono di Katowice. L’intervista dopo il successo al Tour ha emozionato tutti perché Matej è così, è un uomo vero. Ho diviso spesso la camera con lui da corridore e gli devo tanto, mi ha insegnato a stare tranquillo e aspettare il mio momento.» 

Colbrelli è un uomo felice?

«Sì, sono contento e cerco di trovare il mio spazio. Quando guardo le gare soffro un po’, come dicevo, ma di vita ce n’è una sola. Ho la grande opportunità di essere qui a parlare di ciò che mi è accaduto, quindi devo vivere ogni giorno con serenità e sorriso sulle labbra, cercando la mia dimensione anche da questo lato del ciclismo.»

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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