BUSTO ARSIZIO – «Su Accam ci hanno preso in giro. Gli accordi erano altri e vanno rispettati». La risposta di Francesco Speroni, segretario della Lega Nord di Busto Arsizio è secca e arriva dopo la pubblicazione dei dati ufficiali sulle emissioni e l’intervento del coordinatore cittadino di Forza Italia Carmine Gorrasi. Insomma, l’inceneritore inquinerà anche meno, ma sull’impianto di Borsano torna a tirare una brutta aria.
Aria di polemica. Che torna a far salire la tensione tra Forza Italia e la Lega. Gli azzurri, infatti, rivendicano il lavoro fatto dal cda di Accam, parlano di società rimessa in carreggiata, di ottime prospettive future e affermano per voce di Gorrasi che «Accam è una risorsa per il territorio. Un’opportunità per mantenere un presidio pubblico su un settore, come quello dello smaltimento dei rifiuti, che oggi in molte realtà rischia di finire fuori controllo». La Lega, con Speroni impone subito un “fermi tutti”, perché, al momento dello slittamento della chiusura al 2027, “si è detto un’altra cosa”. «La delibera votata in consiglio – puntualizza Speroni – parla chiaro. Il piano industriale dovrà altresì prevedere la possibilità di spegnimento prima del 2027, qualora le circostanze, specie sotto il profilo economico e finanziario lo consentissero». E fu proprio questo passaggio, oggetto di una mozione della Lega, che consentì di rompere lo stallo riallineare le posizioni di Forza Italia e della Lega in quei giorni in cui si stava decidendo se far slittare oppure no la chiusura.
Un passaggio, quello di fissare il 2027 e al contempo prevedere la chiusura anticipata appena possibile, che rese meno indigesto il boccone ai leghisti. Ingoiato a fatica e dopo giorni di lunghe trattative e polemiche. E che ora ha tutto il sapore di essere stata una polpetta avvelenata. Già, perché le dichiarazioni di Gorrasi hanno sorpreso Speroni: «Mi aspettavo, infatti, che dopo aver appurato che Accam sta andando bene si parlasse di chiusura dell’impianto. Il tema, infatti, non è mai stato quello della prosecuzione dell’attività di incenerimento a prescindere. Vorrei ricordare che noi abbiamo accettato lo slittamento perché la prospettiva era il fallimento. Cosa che non volevamo. Ma se ora il rischio non c’è più, bisogna iniziare a parlare di chiusura. Ben prima del 2027 e se possibile, come previsto in origine, nel 2021. Insomma se quanto sostengono Bordonaro e Gorrasi è vero, credo sia inutile parlare di prospettive».
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