Sponsorizzazioni e intermediazioni: è bufera sulla Federazione Ciclistica

Il presidente della Federazione ciclistica Cordiano Dagnoni

ROMA – Come una palla di neve che inizia a rotolare a monte e alla fine si porta dietro una valanga. Le dimissioni di Norma Gimondi dalla vicepresidenza della Federazione Ciclistica Italiana non solo non sono passate inosservate, ma rischiano di essere il classico sasso gettato nello stagno. E di mezzo ci sono sponsorizzazioni importanti (per un milione di euro), ma anche parcelle di intermediazione, che nulla hanno di illecito a meno che la liquidazione non venga fatta su società che operano in “paradisi fiscali”. Oltre al misterioso doppio verbale: una copia fedele e l’altra misteriosamente “aggiustata”. Ma andiamo con ordine.

La vicenda

Il 18 giugno scorso si è riunito il consiglio federale. Una riunione che è andata via liscia. Però il verbale della seduta tarda ad arrivare. E viene consegnato ai membri federali il 4 agosto, ovvero due giorni prima del consiglio fissato per il 6 agosto scorso. Un centinaio di pagine che Gimondi legge, accorgendosi che nel documento da approvare è stata inserita una voce non trattata durante il consiglio precedente. Voce in cui si legge che Gimondi e gli altri consiglieri avrebbero dato delega al presidente Cordiano Dagnoni di liquidare con 106 mila euro la Reiwa che ha sede a Dublino in Irlanda.

A quel punto, la vicepresidente chiede spiegazioni. Che non arrivano. E pone una semplice ma disarmante domanda, che suona più o meno così: “Chi stiamo pagando?”.

Il mistero dei verbali e dei 106 mila euro

Ora, bisogna precisare che quei 106 mila euro sarebbero le provvigioni che la Federciclismo voleva liquidare all’irlandese Reiwa Ltd per aver procacciato un milione di euro di sponsorizzazioni per il 2022, agganciando cinque aziende italiane, ovvero: Enervit spa, Acqua Dolomia, Buzzatti Trasporti, Mp Filtri di Pessano e la saronnese Tci Led del deputato Gianfranco Librandi. Peccato che tutti i ceo delle aziende hanno smentito di aver avuto intermediazioni e confermato di aver parlato e firmato contratti direttamente con la Federazione. Di più, nel medesimo giorno delle smentite, il 24 agosto scorso, sulla stampa viene riportata anche una nota della Reiwa che dice in sostanza di non aver fatto alcun accordo con la Federazione. Una presa di distanza che arriva dopo che il Corriere pubblica un’intervista a Dagnoni in cui il presidente afferma che “l’intermediario irlandese serviva a pagare procacciatori italiani non in grado di produrre fattura”, confermando il rapporto con la Reiwa e tutti i sospetti sul regime fiscale.

Insomma un bel pasticcio in cui vi sono diversi punti da chiarire che probabilmente afferiscono alla domanda che ha posto Norma Gimondi e alla quale nessuno in Federazione ha ancora saputo rispondere: “A chi erano destinati i 106 mila euro”.