La paura della Lega, Candiani: “L’arma della malagiustizia contro il centrodestra”

lega candiani giustizia
Stefano Candiani

BUSTO ARSIZIO – A Busto Arsizio, Matteo Salvini apre la campagna elettorale in provincia di Varese. Appuntamento alle 17, mercoledì 31 agosto, al gazebo leghista della centralissima via Milano. Bagno di folla? Lo sperano i vertici locali della Lega che da giorni sono fibrillati per organizzare l’evento; il faccia a faccia con il “Capitano” è l’occasione per presentare i candidati in corsa il 25 settembre nei collegi varesotti e, manco a dirlo, per fare il punto sul contesto nazionale, dominato dalle pesanti preoccupazioni per la guerra in Ucraina e per la crisi energetica che fa lievitare all’inverosimile i costi di elettricità e gas. “Questioni – sostiene Stefano Candiani, senatore uscente, già sottosegretario all’Interno, braccio destro di Salvini che l’ha nominato commissario in Umbria e Sicilia, ora in corsa alla Camera nell’uninominale di Busto – che ne mettono in secondo piano altre di non trascurabile importanza. Una su tutte: la riforma della magistratura, che la Lega intende prendere in mano subito dopo le elezioni”.

Obiettivo che, in una intervista di un giorno fa alla Stampa, lei giudica esposto a possibili ritorsioni pre elettorali. Perché?
“Ripeto lo stesso concetto riportato dal giornale diretto da Massimo Giannini: siamo in Italia e ci siamo malamente abituati a vedere qualche frangia politicizzata della magistratura che entra a gamba tesa nella politica a ogni tornata elettorale importante. Il pericolo è ancora più pressante proprio ora, con i sondaggi che danno vincente il centrodestra e la strada aperta per la riforma costituzionale”.

Candiani, ne è sicuro?
“Diciamo che la gran parte dei magistrati lavora correttamente e senza inutili contrapposizioni. Poi ci sono quelli politicizzati. Questi sono consapevoli che, se vinciamo noi, si faranno le riforme che erano state indicate nel referendum su cui gli italiani si sono recentemente espressi. Mi riferisco principalmente alla separazione delle carriere e alla valutazione dei magistrati: il quorum non è stato raggiunto, ma il segnale politico mi pare inequivocabile: i cittadini, tra quelli che hanno votato, si sono espressi a maggioranza in questo senso”.

Sta dicendo che per fermarvi, qualche magistrato potrebbe sganciare una bomba giudiziaria nell’imminenza delle elezioni?
“Se è per questo è già accaduto in passato, per esempio con Berlusconi e Renzi: le indagini a loro carico hanno cambiato il corso della politica. Il caso Palamara, attorno al quale è calato il silenzio dopo aver gettato ombre sulla stessa magistratura, mi sembra emblematico di un certo modo di agire. Se poi aggiungiamo alla riforma la responsabilità civile dei giudici e l’ipotesi dell’inappellabilità delle sentenze di assoluzione, capisce che Il problema è enorme per coloro i quali intendono mantenere certi privilegi. Non accuso né punto il dito contro qualcuno, ma non possiamo sottacere tutto questo. Specialmente alla luce dei precedenti. Per questo, noi che vogliamo quelle riforme, temiamo una sorta di riflesso condizionato di chi vuole conservare l’esistente. Per dirla tutta: non ci sarebbe da stupirsi se ci fosse un’azione proditoria di quelle frange politicizzate della magistratura. Comunque…”.

Comunque?
“La gente ha capito come stanno le cose, nessuno può  pensare di farla franca se mette in atto operazioni tese a screditarci con false accuse”.

lega candiani giustizia – MALPENSA24