Stop ai Tir, avanti con il centro civico: così cambia il quartiere San Paolo di Legnano

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LEGNANO – Prima seduta con sistema misto del Consiglio comunale di Legnano nella sera di martedì 11 maggio (nella foto in alto): alcuni consiglieri erano presenti nell’aula di Palazzo Malinverni, altri collegati da remoto. La seduta ha ripreso l’esame dei 46 punti dei 58 già iscritti all’ordine del giorno del Consiglio del 30 aprile, ma non esaminati in quella data.

Fra le novità emerse, il parcheggio dei Tir di un’azienda di trasporti in via Firenze, nel quartiere San Paolo, causa dell’inquinamento acustico e atmosferico lamentato da alcuni residenti, sarà presto ridotto a deposito dalla stessa azienda, con una forte riduzione dei veicoli attualmente presenti, poco meno di un centinaio. La questione era stata sollevata con una interrogazione dalla Lega Salvini Premier.

legnano sanpaolo tir centrocivicoL’assessore alle opere pubbliche, Marco Bianchi, ha quindi giustificato la spesa di 750.000 euro prevista per realizzare il centro civico nello stesso quartiere, contestata dal consigliere di minoranza Francesco Toia in base al fatto che comprende soltanto l’adeguamento di parte del piano terreno dell’edificio (nella foto qui sopra) occupato dall’Agenzia delle Entrate in via Pisa, che copre una superficie di 300 metri quadri e attualmente non utilizzato, e la creazione di uno spazio esterno ad uso ludico-sportivo nell’area libera e recintata adiacente alla scuola materna “Carlo Collodi” (2.600 mq). Il consigliere della lista Toia Sindaco ha inoltre lamentato il fatto che non sia stato ancora presentato il progetto del centro civico.

«Troppi limiti per i cappotti termici»

La maggioranza ha poi approvato un regolamento che a detta di un altro consigliere di minoranza, Franco Brumana (Movimento dei Cittadini), «impedirà alla gran parte dei cittadini di realizzare cappotti termici sulle loro case e dissuaderà con inutili e macchinosi appesantimenti burocratici i pochi che in teoria potrebbero farlo». Brumana lamenta il fatto che è stata accettata, fra gli emendamenti da lui presentati, «un’unica modifica di poco conto che ha consentito uno spessore del cappotto termico sino a 16 centimetri».

Di fatto, per il consigliere civico le tante esclusioni della misura di isolamento termico (dal marciapiede meno largo di 150 cm oltre ai cordoli alla presenza, lungo la parete interessata, di parcheggi privati a uso pubblico o di una piazza) «rendono difficile ipotizzare un caso concreto di realizzabilità del cappotto termico. Ne faranno le spese i cittadini, che non potranno usufruire dei benefici fiscali. Non verrà favorito il restauro di edifici ora degradati e spesso abbandonati. Come non verrà limitato l’inquinamento derivante dal riscaldamento e non verrà incentivata l’economia locale».

Fedeli: «No, facciamo rispettare le leggi»

A Brumana ha risposto con una nota mercoledì 12 l’assessore alla Città futura, Lorena Fedeli. «Con il nuovo regolamento su cappotti termici, l’Amministrazione comunale offre ai cittadini la possibilità di efficientare energeticamente gli edifici seguendo la normativa che regola l’assegnazione dell’ecobonus 110%. Sulla base di questa normativa l’intervento da effettuare deve avere caratteristiche che non sono quindi determinate dal Comune. Buona parte degli emendamenti che la maggioranza ha respinto riguardava proprio aspetti della normativa che non potevano essere eliminati dal regolamento, pena il venir meno delle condizioni per il bonus. Nello specifico – aggiunge l’assessore – la difficoltà nel realizzare i cappotti termici a Legnano si pone, fino a oggi, per chi ha edifici fronte strada: lo spessore avrebbe sconfinato su un’area pubblica e da qui la necessità di ottenere le autorizzazioni del caso. Il regolamento edilizio non consente, al momento, di aumentare lo spessore della facciata sugli spazi pubblici, mentre quando entreranno in vigore i nuovi criteri per realizzare i cappotti termici, questo sarà possibile».

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