Tacconi a Varese per sostenere Fratelli d’Italia: «In politica ci vorrebbe Scoglio»

Varese tacconi fratelli d’Italia

VARESE – «In politica e per il centrodestra ci vorrebbe Franco Scoglio». Parola di Stefano Tacconi, oggi (giovedì 23 settembre) presente in città, al gazebo di Fratelli d’Italia per sostenere la campagna elettorale del partito e del candidato di coalizione Matteo Bianchi. Insieme all’ex portiere della Juventus c’erano Salvatore Giordano, coordinatore cittadino del partito della Meloni e capolista, Mariella Meucci, presidente del Circolo Tricolore, Patrizio Frattini, responsabile della campagna elettorale ed alcuni candidati.

L’omaggio a Scoglio e il sostegno a Bianchi

Tacconi arriva in corso Matteotti e parla di politica, ma anche di calcio. Ed è proprio lui a citare il professore Franco Scoglio, come il migliore allenatore che ha avuto per la costruzione di un gruppo. «In quest’epoca – dice Tacconi – va tutto troppo in fretta. E spesso ci si dimentica di chi ha esperienza. Scoglio invece mi diede una grande lezione. Una persona  preparata e che puntava molto anche sulla psicologia di una persona. Quando Scoglio arrivò al Genoa prese i “senatori” dello spogliatoio e gli disse che toccava a loro gestire il gruppo. In realtà era grazie a loro che aveva tutti sotto controllo e che i giovani potevano essere seguiti e crescere. Oggi purtroppo, anche in politica non è più così».

Ricordi varesini

E poi, prima delle foto e dei selfie di rito il portiere della Juventus, ma anche di Avellino e Genoa, ricorda il suo passato varesino: «Ho fatto il militare proprio qui a Varese e a quell’epoca ho giocato nella Pro Patria. Poi negli anni i legami sono rimasti. Sono molto amico dei Boys varesini dell’Inter, in particolare di “Caschetto” Bernardeschi». E infine una battuta sull’impegno politico: «Sono uno dei pochi, tra le persone famose, ad essermi schierato politicamente (nel 1999 è stato il primo dei non eletti alle Europee per Alleanza Nazionale), ma a me non me frega proprio nulla di espormi e di dire come la penso».