Tari Busto, aumenti ridotti e costi spalmati in futuro. Dubbi in maggioranza

BUSTO ARSIZIO – I rincari della Tari, la tariffa rifiuti, arrivano finalmente in commissione bilancio, ma continuano a creare grattacapi in maggioranza. L’assessore al bilancio Maurizio Artusa conferma la scelta di ridurre gli aumenti imposti dall’autorità del settore, Arera, limitandoli all’1% in più per le famiglie (utenze domestiche) e al 5% in più per le imprese (utenze non domestiche). «Spalmeremo negli anni a venire i maggiori costi dovuti all’inflazione» ammette il delegato della giunta Antonelli.

I conti della Tari

«Il più 9% se non è oggi è l’anno prossimo, altrimenti rischiamo sanzioni» interviene l’assessore leghista Paola Reguzzoni per evitare fraintendimenti. Una soluzione tampone, insomma, dopo che i conti del piano economico finanziario della Tari avevano messo in subbuglio la maggioranza di centrodestra. Lo spiega chiaramente anche il capogruppo del PD Maurizio Maggioni: «I costi prima o poi si pagano». La legge impone che siano gli utenti a coprire al 100% i costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, che nel 2022 – anno di riferimento, con i numeri a consuntivo, per la costruzione del PEF 2024-2025, come ribadito dall’assessore Artusa – sono esplosi per via dell’inflazione che sfiorava la doppia cifra. La questione, avverte il sindaco Emanuele Antonelli, «sarà più chiara con il PEFA, il Piano economico finanziario di affidamento. È tutto un divenire, in base all’inflazione. Dipende se avremo anni più tranquilli senza Covid e guerre».

I dubbi in maggioranza

Ma tra i banchi della maggioranza alcuni consiglieri non sembrano troppo convinti, soprattutto per l’ennesima stangata ai danni di commercianti e imprese. Tra Max Rogora (Fratelli d’Italia) che chiede «come si può modificare il rapporto 52-48 della spartizione dei costi tra utenze domestiche e non domestiche» e Marco Lanza (Lista Antonelli) che invoca esplicitamente «una due diligence sui conti della raccolta rifiuti per approfondire in maniera pedissequa le voci da tagliare» per evitare nuovi rincari in futuro. «Spiace che siano penalizzate le utenze non domestiche – ci tiene a metterlo in chiaro Lanza – mi auguro che con i nuovi studi si possa incidere in maniera sensibile sulle tariffe, almeno per stabilizzarle».

I chiarimenti

«Agesp fa quel che diciamo noi, parliamoci chiaro – rimarca il sindaco Antonelli – ritoccare il rapporto 52-48 è difficile, peggioreremmo le cose. Si altererebbe l’equilibrio che era stato trovato dopo grossi studi». La speranza per il futuro è nel passaggio alla tariffa puntuale: «La rendiamo più equa per tutti, perché si paga in base ai rifiuti prodotti e le percentuali cambieranno in base ai consumi effettivi». E al consigliere del gruppo misto Emanuele Fiore, che chiede perché non aspettare la tariffa puntuale per operare i rincari, risponde Paola Reguzzoni: «Si rischiano sanzioni». Tanto che l’assessore Artusa non può che allargare le braccia: «Mi sarebbe piaciuto fare meno 1%, purtroppo è andata così».

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