Tassa rifiuti, aumento del 9%. Ma a Busto la maggioranza si ribella: «Non più del 5»

BUSTO ARSIZIO – Il possibile aumento della Tari del 9,6% manda in tilt la maggioranza. Clima surriscaldato, e non solo per le temperature già quasi estive, nel vertice del centrodestra di governo di ieri sera, 12 aprile, dedicato al piano finanziario della tariffa rifiuti da portare in consiglio comunale entro la fine del mese. Consiglieri comunali in rivolta rispetto all’ipotesi di un ritocco della tariffa rifiuti che sfiora le due cifre: alla fine di un confronto acceso, arriva la richiesta ad Agesp di rifare i conti e razionalizzare ancor di più i costi, per poter contenere gli aumenti al massimo al 5%. E lunedì 15 aprile in giunta all’ordine del giorno c’è già l’approvazione del piano Tari.

In fretta e furia

Non è la prima volta che la “bolletta” dei rifiuti genera scompiglio in maggioranza. Stavolta tocca all’assessore al bilancio Maurizio Artusa affrontare la bufera politica. L’aggiornamento del piano economico finanziario e l’approvazione delle tariffe della Tari erano già all’ordine del giorno della seduta di giunta di mercoledì (10 aprile), ma quando l’esponente della Lista Antonelli ha presentato le cifre di fronte all’esecutivo – con un aumento medio del 9,6% a carico di famiglie e imprese – è emersa la necessità di un confronto supplementare in maggioranza. Sollecitato dai partiti. Critici nei confronti dell’assessore ma anche di Agesp, che avrebbe «presentato i conti solo all’ultimo momento», nonostante le diverse riunioni di maggioranza che si sono susseguite negli ultimi mesi sul riassetto societario. Ma soprattutto in barba ai risparmi futuri che vengono prospettati nelle assemblee sul sacco azzurro.

Il piano? Impallinato

Così ieri, nella sede della Lega di via Culin, il piano Tari è stato letteralmente impallinato dai partiti e dai consiglieri comunali. La maggioranza non ci sta a doversi presentare ai cittadini con l’ennesimo rialzo tariffario, sebbene i rappresentanti di Agesp che hanno relazionato di fronte agli eletti abbiano provato a motivarlo con gli aumenti legati all’inflazione e alle norme dell’autorità di settore (Arera). Ci sono stati anche momenti di tensione – come quando ad un certo punto un funzionario di Agesp si è alzato e se ne è andato – fino ad arrivare ad una complicata “quadra” su un aumento da limitare al massimo al 5% sia per la quota a carico delle famiglie sia per le imprese. E su una robusta razionalizzazione dei costi invocata dal sindaco Emanuele Antonelli già per l’anno prossimo.

Corsa contro il tempo

Ora è corsa contro il tempo per trovare le coperture necessarie per abbattere gli aumenti – o meglio, spalmarli altrove perché il piano finanziario Tari si basa su spese già effettuate – e arrivare a promuovere le delibere in giunta in tempo utile per poterle portare in approvazione in consiglio comunale. Dove – come già in passato quando una parte della maggioranza sollecitò un fondo di compensazione per le imprese colpite dagli aumentii mal di pancia potrebbero tornare a farsi sentire. E a inizio settimana prossima il centrodestra che governa Busto tornerà a riunirsi per discutere del riassetto di Agesp e del PUMS, il piano urbano della mobilità sostenibile. Ancora una volta, non sarà una passeggiata.

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