Teatro Politeama, un progetto che piace. «Può diventare il polo culturale di Varese»

Uno dei rendering del futuro Politeama di Varese

VARESE – Uno spazio aperto alla città, capace di ospitare un’offerta culturale variegata, così come incontri e convegni. Ma anche un luogo vivo, che faccia da collante tra il centro storico e l’area delle stazioni. Il nuovo Teatro Politeama di Varese punta ad essere tutto questo. La presentazione del progetto preliminare, andata in scena nella commissione congiunta dello scorso venerdì, ha visto esprimersi le forze politiche. Ora sono alcune voci culturali della città ad entrare nel merito dell’idea. Che raccoglie consensi.

Spazio per la lirica

L’annuncio della presenza di uno spazio con funzione da buca di orchestra fa felice Serena Nardi, regista e anima di Varese Estense Festival, Giorni Dispari Teatro e InOpera Factory. «Dal 2017 produciamo opera e la presentiamo alla città – osserva – era inaccettabile il fatto che Varese non avesse uno spazio per la lirica. Il fatto che dopo varie sollecitazioni e richieste si sia pensato di istituire uno spazio per ospitare l’orchestra mi fa soltanto felice, perché il nostro progetto per la lirica coinvolge tante persone ed è un progetto per i giovani. Giovedì presenteremo a Milano due opere di Menotti: una produzione varesina che porteremo a Milano e Pavia. Sono contenta che a Varese ci sarà uno spazio dove noi potremo continuare a fare questo lavoro». Quindi sulla possibile compresenza tra il Politeama e l’attuale teatro di piazza Repubblica: «Sono certa che la convivenza di due teatri con due vocazioni diverse, uno più sull’intrattenimento e altro su cose più culturali in senso stretto debba poter esistere».

Polo culturale di Varese

Entusiasta del progetto il regista varesino Andrea Chiodi, direttore artistico di Tra Sacro e Sacro Monte. «Mi sembra molto bello: una notizia che aspettavamo tutti, non posso che dire bene. Sono molto contento che questo avvenga a varese e spero che diventi un luogo che possa essere un polo culturale per la città, finalmente. Spero che ci sia la visione di farlo diventare tale». Chiodi giudica particolarmente azzeccata la scelta di una struttura modulabile in grado di ospitare sia spettacoli con un pubblico più ampio che proposte che attirano minori spettatori. «Mi sembra una scelta perfetta, e la cosa più bella è che la città si stringa intorno al progetto e si lascino da parte i dubbi: che si parta a farlo perché può diventare davvero il polo culturale di Varese». Anche secondo Chiodi l’apertura del Politeama non esclude la possibilità di coesistere con il Teatro di Varese. «Se il Politeama ospiterà un certo tipo di programmazione e nell’altro teatro si continueranno a fare grandi concerti e proposte più popolari secondo me possono coesistere e si può anche collaborare, come succede in tante città di provincia».

Casa per la Stagione musicale

Giudizio positivo anche da parte di Fabio Sartorelli, direttore artistico della Stagione musicale comunale di Varese. «Guardando i rendering della sala quello che si vede è che ha un aspetto molto vicino a quello di un auditorium, e io di questo sono molto contento. La città un teatro per la prosa l’ha avuto in questi anni, mentre una sala per la musica non c’è mai stata. Mi auguro che oltre ad avere un’acustica perfetta sia adeguato per accogliere i più ampi concerti sinfonici, poi se ci si potrà fare anche l’opera ben venga. È importante anche che il palco sia molto grande». Per la stagione musicale varesina il Politeama rappresenta una novità attesa. «È da 23 anni che la stagione musicale attende di avere una casa, quindi mi pare abbastanza evidente che finalmente la troverà. In questo momento noi siamo ospiti della Basilica». Una stagione che sta proseguendo come da tradizione con ottimi numeri: il Politeama potrà essere la giusta collocazione futura. Infine un commento sulla vocazione per lo spazio di piazza XX Settembre. «Spero che questo teatro sia un luogo della città ma che al tempo stesso sia un luogo con un’offerta di alta qualità. Mi auguro che sia il connotato di una struttura che a prescindere da quello che accoglie può accogliere spettacoli di alto profilo».