Telemedicina e chirurgia robotica, dalla Fondazione Iseni focus su presente e futuro

Un momento della conferenza stampa di presentazione del congresso "Le Giornate cardiologiche" a Palazzo Madama

ROMA – “Telemedicina operativa e Chirurgia robotica. Necessità o lusso in un’epoca di stress dei sistemi sanitari”. Questo il tema delle Giornate cardiologiche del Centro Cuore Milano – Malpensa, in programma il 18 e 19 marzo 2022, congresso organizzato dalla Fondazione Iseni Y Nervi, giunto alla X edizione e presentato nella giornata di oggi, martedì 23 novembre, nella Sala Caduti di Nassirya a Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica.

Un tema di strettissima attualità in campo sanitario, medico. Una questione che non si riduce esclusivamente all’utilizzo di nuove tecnologie e strumenti, ma che, come ha detto il presidente della Fondazione Iseni Y Nervi Fabrizio Iseni, nel portare i saluti e i ringraziamenti ai presenti, «pone i medici a mettere in gioco, forse più di prima, le proprie competenze e capacità, per far progredire la medicina e soprattutto per superare questo momento drammatico per tutta l’umanità».

E i lavori congressuali del marzo prossimo, come anticipato dai relatori in conferenza stampa, saranno l’occasione per fare il punto della situazione sulle applicazioni della telemedicina e della chirurgia robotica, ma anche spazio di confronto su come raggiungere l’equilibrio, a vantaggio delle cure del paziente, tra l’utilizzo dei nuovi macchinari e dell’innovazione in campo medico e la valorizzazione delle professionalità, delle competenze, delle esperienze e delle capacità di professori, dottori e medici.

E proprio il rapporto tra i molteplici strumenti tecnologici che hanno innovato il processo di cura e le chirurgia tradizionale è stato uno degli argomenti centrali della presentazione delle Giornate Cardiologiche. Presentazione che ha visto la partecipazione del senatore Carlo Doria, membro della XII Commissione Igiene e Sanità; del presidente della medesima commissione Annamaria Parente e del senatore Antonio Tomassini, presidente dell’Associazione di iniziativa parlamentare e legislativa per il Diritto alla Salute e alla Prevenzione. Oltre che del professor Francesco Fedele, docente ordinario all’Università La Sapienza di Roma e direttore scientifico della Fondazione Iseni Y Nervi; del professor Luigi Boni, docente ordinario e dirigente medico presso la Chirurgia generale della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano; della dottoressa Vanesa Gregorc, direttore di Struttura complessa di Oncologia all’Istituto di Candiolo – Fondazione del Piemonte per l’Oncologia – Irccs.

I lavori della presentazione

Ad aprire i lavori della presentazione del congresso è stato il dottor Andrea Macchi, direttore generale degli Istituti di Ricovero e Cura del Gruppo Iseni Sanità – Centro Cuore Milano Malpensa. «Abbiamo a disposizione molta tecnologia – ha detto – La sanità però non può rinunciare alla “presenza fisica” di un medico e alla chirurgia tradizionale. Non possono venire a mancare le competenze umane e il confronto tra i saperi. La telemedicina è un paradigma che dobbiamo declinare, anche perché la pandemia ha evidenziato la necessità dell’utilizzo di questi strumenti innovativi, senza abbandonare la chirurgia “non robotica”».

Il senatore Carlo Doria, medico e docente universitario ha subito posto l’accento sull’importanza dell’innovazione e della telemedicina in ambito sanitario, soprattutto in quest’epoca di Covid. «Strumenti – ha spiegato Doria – che consentono non solo di fare rete, ma anche di curare il paziente “a distanza” o di refertare prima ancora dell’arrivo in ospedale». Senza dimenticare che «oggi tutto il sistema sanitario vive in uno stato di emergenza dovuto alla carenza di medici specialisti, poiché paghiamo quell’imbuto formativo che frena l’ingresso dei dottori nei sistemi sanitario ospedalieri».

Telemedicina: universo infinito e tutto da scoprire

A illustrare l’ampio universo della telemedicina è stato il professore Francesco Fedele. Il quale ha parlato delle molteplici applicazioni e degli svariati strumenti utilizzati: «Dalla tele-assistenza, al tele-consulto, alla tele-formazione. Tanti ambiti che ci costringono a studiare gli scenari ai quali applichiamo questi strumenti e le linee guida e che, in moltissimi casi, facilitano l’attività medico chirurgica e semplificano i tempi».

il professore Luigi Boni ha invece affrontato il tema dell’evoluzione della chirurgia robotica, spiegando che l’avvento di questa innovazione non ha portato rapidità, «ma precisione negli interventi, o meglio in alcuni tipi di intervento o manovre chirurgiche. La sua importanza però va vista in ottica futura. Per l’integrazione della realtà virtuale delle ricostruzioni delle immagini durante un intervento chirurgico, ad esempio. Ma soprattutto sarà strategico l’avvento dell’intelligenza artificiale, che permetterà al chirurgo di “stare lontano dai guai”. Siamo quindi all’inizio di questo processo di innovazione, ma noi chirurghi non dobbiamo esser schiavi della chirurgia robotica, la quale deve adattarsi e integrarsi alla chirurgia tradizionale. In sintesi, è lo strumento che deve essere a disposizione del chirurgo e non viceversa».

La telemedicina come integrazione della medicina tradizionale

La dottoressa Vanesa Gregorc ha spiegato che la sfida «della comunità scientifica oggi è creare nuovi processi e solo successivamente individuare qual è lo strumento tecnologico più idoneo all’obiettivo. E questo lo si può fare solo attraverso la formazione mirata dei medici, che permetterà non solo di “sfruttare” al meglio le soluzioni tecnologiche innovative, ma anche di evitare rischiosi conflitti tra i medici stessi, di avere professionisti formati al meglio all’utilizzo della strumentazione e di mettere in campo processi chirurgici adatti ai bisogni e alle necessità del paziente. E noi medici dobbiamo monitorare i processi, i rischi e generare l’evidenza scientifica».

Pnrr occasione da cogliere non senza timori

E’ stato il senatore Antonio Tomassini ad accendere il focus su Pnrr, rimodulazione del sistema sanitario nazionale e sull’anello debole delle sfida in campo. «C’è necessità assoluta di avanzamento tecnologico in medicina e nella chirurgia. Non c’è dubbio. Ma non possiamo dimenticare che stiamo entrando nella fase post Covid, che mette al centro il tema del welfare, della previdenza, dell’assistenza e e della salute. E’ evidente che serve, rispetto al passato, un cambio epocale. Il Pnrr porterà molti soldi, l’obbligo di mettere in campo nuove strategie e la necessità di rivedere tutta una serie di sistemi. Saranno importante perciò le riorganizzazioni strutturali di certi settori, l’innovazione tecnologica e le scelte sanitarie. E tutte questo è racchiuso nel più ampio settore della Sanità. Ma non ciò che mi preoccupa è che questo “tsunami” si abbatterà sulle Regioni, che sono del tutto impreparate ad affrontarlo proprio in tremini di strategie, in termini di programmazione e di organizzazione. Quindi bisogna avere il coraggio di passare dalle parole ai fatti. Concretezza che oggi ho percepito negli interventi che mi hanno preceduto e dai quali è emersa, a fronte della sempre più strategica. importante della telemdecia o della chirurgia robotico, l’importanza del fattore umano e delle competenze per offrire alla comunità un nuovo modello che possa far stare meglio i pazienti».

Ripartire dalle competenze. E “sfruttare” l’innovazione

La conclusione dei lavori è toccata alla senatrice Annamaria Parente: «Ripartiamo dalle competenze, abbiamo la grande responsabilità di rimodulare la sanità partendo proprio dall’esperienza acquisita dalla pandemia. E al centro di questo processo ci sono le persone, ovvero i professionisti e i pazienti. La tragica esperienza del Covid ci ha fatto comprendere l’importanza della telemedicina, ma anche rimpiangere il fatto che queste tecniche, nel nostro Paese, non sono ancora sviluppate e applicate in maniera preponderante e decisiva. Strumenti che invece ci avrebbero aiutato ad assistere i pazienti Covid, ma soprattutto quelli non covid, i quali, per affrontare l’emergenza, sono stati trascurati».