Terrorismo: l’Isis in Lombardia, esiste davvero un rischio attentati?

busto polizia ubriaco

MILANO – “Io ho sparato, all’inizio avevo paura ma poi mi sono abituato. Sparare con un’arma ti fa avere un cuore di ferro”. Sono le parole nero su bianco di uno dei due terroristi dell’Isis arrestati ieri dalla Digos di Milano, al termine di un’indagine iniziata nel 2021. Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante una visita in provincia di Monza, ha rassicurato sull’assenza di un rischio attentati in Italia, seppur la guardia sia al momento alta, soprattutto per il rischio infiltrazioni. Esiste davvero il pericolo quindi in Italia? Considerato come un Paese “ponte” verso l’Europa, fonti investigative dicono di no, ma resta sempre il rischio dei “cani sciolti“, come i due arrestati.

L’odio per l’Occidente

“Oh scimmie e maiali. I monoteisti vi sgozzeranno come le pecore, promessa di Allah, Allah non manca alla sua promessa. Vi nasconderete dietro alberi pietre persone”. Era questo spirito ad animare i due potenziali terrosisti, i quali predicavano sui social cercando nuovi adepti, si rendevano disponibili a insegnare come colpire, e  sostenevano economicamente le vedove dei prigionieri palestinesi. I due egiziani arrestati dalla Digos, uno residente nel Milanese e l’altro in Brianza, come li ha definiti la Procura di Milano, erano “estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitale per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell’organizzazione terroristica e finanziando cause di sostegno del sedicente Stato islamico, al quale avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà“.

Tra la documentazione che condividevano, anche filmati di violenza con atti terroristici fuori da scenari medio-orientali e con bambini a viso scoperto che sparano con pistole a dei prigionieri ai quali viene fatto dire che appartengono alla polizia siriana o ad altri eserciti in opposizione all’Isis. Secondo la Procura meneghina, l’Isis ha una ossessione “quasi morbosa per i bambini addestrati all’uso di armi e alla violenza”.

I canali social

Telegram, WhatsApp e Facebook, sono i social media dove postavano i filmati di mattanze filmati Isis. Uno di essi ritrae un uomo al PC, con la pistola sul tavolo, e sul suo schermo foto di Benjamin Netanyahu e la bandiera israeliana.

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