Terzo polo Università Insubria a Busto, firmata la convenzione. «È solo l’inizio»

Il rettore Angelo Tagliabue e la vicesindaco Manuela Maffioli firmano simbolicamente la convenzione

BUSTO ARSIZIO – Il terzo polo dell’Università dell’Insubria a Busto Arsizio è realtà: a palazzo Gilardoni è stata firmata la nuova convenzione tra l’amministrazione comunale e l’ateneo di Varese-Como, che permetterà l’avvio, già dall’anno accademico 2022/2023, del corso di laurea magistrale in scienze motorie ai Molini Marzoli. Ma che apre molte prospettive per il futuro: dal centro di ricerca sull’invecchiamento di successo nell’edificio “boost” che sorgerà nella nuova area mercato fino all’ipotesi del polo universitario del nuovo ospedale di Busto-Gallarate.

«È solo l’inizio»

La convenzione è stata firmata dai dirigenti dei due enti e poi, simbolicamente, dal rettore dell’Università dell’Insubria Angelo Tagliabue e dalla vicesindaco Manuela Maffioli. Al loro fianco, gli “sherpa” che hanno permesso di concretizzare un’intesa che pone fine ad anni di attriti e contenziosi tra il Comune e l’ateneo, vale a dire il professor Luigi Valdatta, delegato del rettore per i rapporti con Busto, e Giorgio Mariani, assessore all’urbanistica della giunta Antonelli. «È solo l’inizio – promette il direttore generale dell’Insubria, Marco Cavallotti – in un momento che ci spinge ad essere vivaci e propositivi e a trovare soluzioni e strumenti che ci indirizzino verso il futuro e nel rilanciare il territorio su cui insiste l’università».

L’Insubria oggi

Attualmente la presenza dell’Università dell’Insubria a Busto Arsizio si limita al corso di laurea magistrale in biotecnologie, per una quarantina di studenti, a cui si aggiungono dottorandi, docenti e studenti che frequentano i laboratori di biochimica e il centro di ricerche in neuroscienze, tutto nella sede di villa Manara, in via Alberto da Giussano, mentre solo da quest’anno, in ospedale a Busto, è ripartito il corso di laurea in scienze infermieristiche che precedentemente era gestito dalla Statale di Milano.

L’Insubria domani

Con la nuova convenzione l’ateneo varesino tornerà ad insediarsi ai Molini Marzoli, nell’ala del palazzo principale che si affaccia verso via Alberto da Giussano, non appena saranno eseguiti i lavori di riqualificazione (750mila euro, a carico del Comune). Spazi che dal prossimo anno accademico saranno a disposizione del corso magistrale in scienze motorie, 65 studenti ogni anno (oggi a Varese), mentre nel prossimo futuro potrebbero ospitare anche il corso di laurea triennale in scienze motorie, circa 120 studenti per anno. «Una popolazione di 450-500 studenti in tutto – rimarca il prof. Valdatta – che creerebbe una buona spinta di vitalità per Busto».

Nuova vocazione

«Busto Arsizio, città strategica per posizione, storia e vocazione, si pone come un polo dalle grandi opportunità» sottolinea il Magnifico Rettore, Prof. Angelo Tagliabue. Parla di «un accordo che rilancia e rinvigorisce una sinergia per la città e per il territorio in termini di indotto» la vicesindaco e assessore allo sviluppo economico Manuela Maffioli ribadendo il proprio invito, rivolto ai privati, ad «investire sulla capacità ricettiva» della città per cogliere le occasioni che si affacciano. Si dice «ultrafelice» per questo nuovo «polo di attrazione» anche l’assessore alle politiche educative e giovanili Daniela Cerana.

Lo sguardo verso l’area delle Nord

Il passo successivo spinge verso la nuova area dellle Nord. Dove, ammette l’assessore Giorgio Mariani, «rispetto all’idea del passato degli uffici direzionali per Malpensa, ormai tramontata, è venuto naturale puntare sul polo universitario». Il progetto di rigenerazione urbana finanziato da Regione Lombardia prevede sia «zone a verde pubblico e sportivo – preannuncia Mariani – legate alla facoltà che troverà posto ai Molini Marzoli», sia una palazzina polifunzionale dove «verrà insediato il centro di ricerca CRIS, un nuovo progetto candidato al punto 8 del Pnrr» come ricorda Valdatta. Ma guardando ancora avanti, la partnership con l’Insubria potrà avere «un ruolo fondamentale per il nuovo ospedale e il riuso dell’attuale ospedale per quello che può essere rigenerato», fa sapere Mariani alludendo alla vocazione universitaria del polo ospedaliero che sorgerà a Beata Giuliana.

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