L’università combatte l’invecchiamento dei piccoli centri rurali

Fabrizio Cassella, Magnifico Rettore dell'Università della Valle d'Aosta, apre i lavori del settimo congresso "Le giornate cardiologiche" della Fondazione Iseni a Saint Vincent

SAINT VINCENT – Basta fare quattro passi nei piccoli paesi della Valle d’Aosta, ma anche nei piccoli centri della Pianura Padana per rendersi conto di quanto la popolazione stia invecchiando: la crisi economica, l’evoluzione (o devoluzione?) sociale, la chiusura dei piccoli negozi a vantaggio dei grandi centri commerciali, le difficoltà occupazionali, in questi ultimi anni hanno determinato un esodo di massa verso le grandi città. E di conseguenza le piccole realtà del territorio, centri rurali o piccoli paesi che siano, stanno morendo. E con essi parte del tessuto sociale del nostro Paese.

Superanziani e costi sociali

L’invecchiamento costante della popolazione dà origine ad alcune conseguenze gravi: un incremento dei costi sociali e l’abbandono degli anziani che avrebbero invece bisogno di assistenza medica e soprattutto sociale. Tutto ciò porta alla inevitabile costituzione di una popolazione di superanziani, cioè di persone della quarta età, di cui pochi o nessuno si occupa. Le famiglie, del resto, sono costrette a fare i conti con le questioni di lavoro, e quasi sempre il posto di lavoro è lontano dai piccoli paesi d’origine, e quindi si assiste ad una vera e propria migrazione, con appunto l’abbandono dei centri urbani e degli anziani che continuano a viverci.

Il modello “valdostano”

Quello dei superanziani è uno dei temi che verranno affrontati durante il settimo congresso “Le giornate del cuore”, iniziato oggi a Saint Vincent, Valle d’Aosta, e organizzato dalla Fondazione Iseni. Tema di quest’anno “Salute e sanità due storie completamente differenti”. E i superanziani ne sono la dimostrazione concreta. I medici, dunque, stanno ragionando su come riavvicinare la sanità alle esigenze di salute, cure mediche e assistenza sociale. Ma la scienza da sola non basta. E’ necessaria anche una riflessione culturale. Ed è proprio su questo punto che ha posto l’attenzione il Magnifico Rettore dell’Università della Valle d’Aosta, professor Fabrizio Cassella, a cui è spettato il compito di aprire i lavori del congresso: “La nostra università ha avviato programmi per trattenere i giovani sul territorio. L’anziano non deve essere la parte residua della popolazione, ma una delle componenti della nostra società. L’anziano necessità di servizi che devono essere sempre più personalizzati. Anche i servizi per i giovani qui in Valle d’Aosta sono sempre di più personalizzati: e questa è la grande sfida del futuro”. Per farlo l’Università ha avviato percorsi formativi sul territorio, strappando i giovani valdostani dai grandi centri di Milano e Torino. Un intervento importante per rivitalizzare il territorio e non abbandonare la popolazione anziana all’oblio. Un modello che viene rilanciato anche in Provincia di Varese, nei piccoli paesi satellite, dove c’è sempre meno lavoro, dove i negozi chiudono, dove la vitalità del passato lentamente si spegne. Ma dove gli anziani restano e hanno sempre di più bisogno di aiuto.