Test sierologico su tremila persone. In provincia di Varese l’indagine dell’Insubria

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VARESEProvincia di Varese e Regione Molise. Ecco i due protagonisti della futura indagine sierologica per capire come si è diffuso il coronavirus e quali fattori hanno determinato la gravità delle infezioni. Così da poter pensare a pratiche efficaci per evitare una seconda ondata. Questi gli obiettivi di uno studio che verrà condotto dall’Università dell’Insubria, l’Asst Sette Laghi e l’Irccs Neuromed. Il progetto, finanziato da Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Fondazione Veronesi, prevederà dei test sierologici a campione su tre mila persone.

Un’indagine essenziale

«Abbiamo ancora molto da imparare sul Covid. A partire dall’effettiva circolazione del virus nella popolazione, fino alle ragioni per cui l’infezione ha avuto manifestazioni e impatti diversi tra i contagiati. Serve quindi un’indagine approfondita», afferma Licia Iacoviello, professore di sanità pubblica all’Università dell’Insubria e direttore del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’Irccs Neuromed. Un’investigazione impossibile da svolgere durante l’emergenza sanitaria, ma che adesso si sta svelando sempre più necessaria.

Test per tre mila cittadini

Tremila persone, appartenenti alle due aree interessate, saranno invitate a partecipare alla ricerca. Un prelievo di sangue permetterà di testare rapidamente la presenza di anticorpi contro il Sars-CoV-2. «Saremo anche in grado di capire se si tratta di un’infezione recente o meno», dicono dall’ateneo. Inoltre, una parte dei campioni sarà conservata in biobanche per essere sottoposta ad analisi future. L’indagine prevede anche lo sviluppo di un’app che permetterà di capire gli stati di salute e le abitudini di vita dei partecipanti. «In questo modo potremo scoprire gli eventuali fattori che hanno determinato una maggiore o minore suscettibilità alla patologia», sostengono i ricercatori.

Non ci dimentichiamo del personale sanitario

Una delle categorie in prima linea nella lotta al Covid, quella di medici e infermieri. Categoria che non viene dimenticata marco ferrario insubria testdall’indagine dell’Insubria. «Dato che il personale medico è stato e sarà il pilastro per un’eventuale seconda ondata, ci concentreremo anche su di loro. Per capire non solo la diffusione del virus, ma anche l’impatto psicologico che la crisi ha avuto su questi lavoratori. Ecco perché testeremo tutto il personale sanitario della Asst Sette Laghi e dell’Irccs Neuromed», afferma Marco Ferrario, professore ordinario di Medicina del lavoro e direttore della struttura complessa di Medicina del lavoro, preventiva e tossicologia dell’Asst Sette Laghi.

 

Funziona il test rapido salivare per il Covid 19 targato Insubria e “nato” a Busto

 

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