Teuns domina a Huy, Valverde a pochi metri dalla sesta Freccia Vallone

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Dylan Teuns

La grande settimana delle Ardenne si apre con Dylan Teuns che si aggiudica l’86esima edizione della Freccia Vallone. Il 30enne belga (anzi, fiammingo!) della Bahrain Victorious regola Alejandro Valverde (Movistar) impedendogli la sesta affermazione in questa corsa che ha fatto propria tante volte nella sua infinita carriera.
Alla 13esima vittoria totale in carriera, dal canto suo, Teuns ha completato questi 202 chilometri, con partenza inedita da Blegny, allungando davanti al già citato Valverde e ad Aleksandr Vlasov (Bora Hansgrohe) che per poco non viene rimontato dal campione in carica Julian Alaphilippe.

LA CRONACA

La gara parte veloce sui morbidi saliscendi del Belgio francofono: medie di 45 km/h, scatti e controscatti, tentativi e allunghi… Ci vuole una trentina di chilometri per trovare otto uomini al comando: Bruno Armirail (Groupama FDJ), Valentin Ferron (TotalEnergies), Simon Guglielmi (Arkea Samsic), Morten Hulgaard (Uno X), Daryl Impey (Israel Premier Tech), Jimmy Janssens (Alpecin Fenix), Christopher Juul-Jensen (BikeExchange) e Pierre Rolland (B&B Hotels).

Nell’arco dei due muri della prima metà del percorso, le Cotes di Tancremont e delle Forges: la carovana da 173 uomini perde un paio di pezzi (Alexander Kamp e Guillaume Boivin), il plotone tirato dal trio QuickStep-UAE-Ineos scivola oltre i 3 minuti di ritardo, e due rappresentanti di pro team belgi (Luc Wirtgen della Bingoal e Jens Reynders della Vlaanderen Baloise) evadono con successo e raggiungono gli attaccanti.

Rolland, Juul-Jensen, Janssens, Impey, Wirtgen (non poteva certo mancare la Bingoal, squadra vallona), Reynders (il tenace della settimana: ha partecipato alla Roubaix domenica e ha provato un attacco anche lì), Hulgaard (il tenace di giornata: oggi aveva partecipato pure a un’azione presto svanita nelle prime battute), Guglielmi, Ferron e Armirail iniziano a perdere terreno intorno a metà percorso.

È con meno di due minuti di vantaggio, infatti, che i dieci fuggitivi entrano nel triplo circuito che decide la gara: 30 km da ripetere tre volte, con la successione Côte d’Ereffe-Côte de Cherave-Muro di Huy. Si fa sul serio: a fare l’andatura nel plotone si affacciano più maglie, soprattutto la Bahrain Victorious, i velocisti si staccano, e anche la fuga dà cenni di sfilacciamento.

Sul primo Cherave cedono Reynders e Wirtgen, mentre alle loro spalle nel primo passaggio a Huy si ritira Tom Pidcock (il grande talento della Ineos sarà ancora alle prese con problemi di salute?) e il gap si dimezza. Sul secondo Ereffe si staccano Rolland, Juul-Jensen e Hulgaard, e davanti restano in cinque. Prima del secondo Cherave scatta dal gruppo Jan Bakelants, cercando gloria per una Intermarché Wanty Gobert che, da team belga, non è riuscita a centrare la fuga.

L’iniziativa di Bakelants finisce in una bolla di sapone. Più solida quella lanciata, sul secondo Cherave (38 km all’arrivo) dalla EF: Alberto Bettiol da ottimo apripista “lancia” Simon Carr all’inseguimento, mentre Tadej Pogacar chiama a raccolta i compagni per rientrare dopo una foratura e, tra i papabili big, Jonas Vingegaard della Jumbo Visma perde definitivamente la ruota del gruppo.

Ultimo giro. Prima dell’ultimo Ereffe l’inglese raggiunge i fuggitivi e sulla salita li stacca: solo Valentin Ferron riesce a stargli dietro e nel successivo falsopiano Armirail, Guglielmi, Impey e Janssens vengono ripresi da un plotone guidato da due splendidi “anziani” come Geraint Thomas e Damiano Caruso. A 15 km all’arrivo il duo Carr-Ferron si trova a scappare con appena 17 secondi di vantaggio sui big.

La grande avventura termina a 8 km dall’arrivo, con la fuga di Ferron che è durata oltre 160 chilometri. Il copione sarà il solito: tutto negli ultimi 1600 metri. Prova a “rovinare i piani” sull’ultimo Cherave la Cofidis, che parte con Remy Rochas; Mauri Vansevenant della QuickStep lo marca però bene, e la stoccata in contropiede allo scollinamento di Soren Kragh Andersen (con Vansevenant in versione Wolfpack che tiene anche lui e rifiuta categoricamente i cambi) viene riacciuffata a 900 metri dal traguardo.

Sì, a questo punto siamo già sul muro di Huy. Le pendenze superano il 10% e i favoriti intraprendono le manovre di rito. A 250 metri dal traguardo Valverde e Vlasov sono in testa, ma Teuns sguscia in mezzo a loro e solo don Alejandro, recordman storico di vittorie alla Freccia Vallone, riesce a stargli dietro. Ma dietro resta, e anziché la sesta vittoria qui, che l’avrebbe proiettato ancor più nella leggenda, si deve accontentare (si fa per dire) di mettere a registro il nono podio.
Alle loro spalle, il russo della BORA deve guardarsi da un Alaphilippe che, ben assistito pure da Remco Evenepoel, si è lanciato all’attacco un attimino in ritardo.

In cotal tourbillon, resta un po’ al palo Dani Martinez, coccolato e assistito dal consueto lavoro scientifico della Ineos, e addirittura viene risucchiato fuori dalla top ten Pogacar. Ma questo, lo sappiamo, è l’antipasto della monumento belgo-francofona: la Liegi-Bastogne-Liegi, appuntamento a domenica!

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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