Tour de France, Philipsen firma il bis nella tappa delle cadute

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Quarta tappa del Tour de France 2023, la prima totalmente francese, la seconda per velocisti: al termine di 182 chilometri di leggerissima ondulazione, sul lungo rettifilo del circuito automobilistico Paul Armagnac, Jasper Philipsen (Alpecin Deceuninck) vince anche questa volata col consueto supporto della trenata di Mathieu Van der Poel! Alle spalle del super-sprinter belga, l’ordine degli altri due occupanti del podio è invertito rispetto a ieri: oggi è secondo Caleb Ewan (Lotto Dstiny) per centimetri, e terzo Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) di un paio di bici.

Tante cadute nel convulso finale sul tracciato occitano, a partire da Fabio Jakobsen (uomo di punta della Soudal Quick Step) e Jacopo Guarnieri (pesce pilota di Ewan) ai -1700 metri, fino ad altri uomini in uscita di curva e sul drittone, tra cui Luis Leon Sanchez (Astana). A lanciare i fuochi d’artificio ai -500 è la Uno X, con Soren Waerenskjold a trainare Alexander Kristoff, ma quando irrompe VDP non ce n’è per nessuno. Nel “rilassamento” post pilotaggio, Waerenskjold e Axel Zingle (che aveva portato Coquard in testa alla flamme rouge) si urtano su una transenna e con loro finisce sull’asfalto il cellulare di un tifoso: scene che si ripetono nel ciclismo dell’era digitale…

Appena fuori dal podio Bryan Coquard e Mark Cavendish, che deve rinviare il suo appuntamento con la storia. Non va oltre il nono posto Wout Van Aert, nonostante una Jumbo Visma che ha approcciato le fasi decisive con cinque uomini. Miglior italiano Luca Mozzato, dodicesimo.

LA CRONACA

Abbiamo subito una notizia: pure alla Grande Boucle esistono ancora le giornate di mero trasferimento. Il gruppone svolge il tratto neutralizzato a Dax dieci metri dietro all’auto rossa di Christian Prudhomme, al via ufficiale nessuno scatta e si procede per quasi tre ore ad andatura “cicloturistica” tranne un accenno di Michael Gogl (Alpecin Deceuninck) e un’accelerazione di alcuni corridori belgi di diverse squadre. Tutto stoppato. 

C’è modo di omaggiare in piena tranquillità il 94enne André Darrigade, aquitano doc, 22 vittorie di tappa al Tour e due volte maglia verde a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta. I portatori di maglie distintive se le godono quasi tutti senza patemi: Adam Yates (UAE) la gialla di leader generale, il compagno e capitano Tadej Pogacar la bianca dei giovani, Neilson Powless (EF) il pois degli scalatori, e ci aggiungiamo Quinn Simmons (Lidl Trek) le cui stelle e strisce di campione statunitense assumono un valore speciale oggi che è l’Independence Day.

Per quanto riguarda Victor Lafay, il sapore è quello dell’ultimo giorno in verde: il corridore della Cofidis, che si era guadagnato il primato della classifica a punti l’altroieri a San Sebastian, non va nemmeno a disputare lo sprint del km 94 davanti alla cappella di Notre Dame des Cyclistes (omologa francese e pianeggiante della nostra Madonna del Ghisallo). Quella è roba da ruote veloci, gli obiettivi sono altri. E dunque va il suo compagno Bryan Coquard a contendere il traguardo volante a un Jasper Philipsen (Alpecin Deceuninck) che con la consueta regia di Mathieu Van der Poel replica l’arrivo di ieri a Bayonne e toglie a Lafay la casacca sponsorizzata Skoda.

Un paio di chilometri più tardi, sulla scia di questa “scossa volante”, parte una fuga di coppia in salsa normanna: Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen) e Anthony Delaplace (Arkea Samsic) prendono un minuto di vantaggio sui 172 avversari. L’operazione di ricucitura da parte del plotone parte al km 154 sul mini-GPM di giornata, la côte di Demu, e si concretizza al termine della discesina. A quel punto c’è spazio solo per le operazioni collettive verso Nogaro, coi tre chilometri conclusivi nell’autodromo di Nogaro e l’esito descritto in apertura d’articolo.

Dopo questa frazione interlocutoria, domani si torna a salire: ci saranno da scalare Soudet e Marie Blanque prima di fiondarsi su Laruns.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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