Tour de France. Tom Pidcock conquista la leggendaria Alpe d’Huez

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Il Tour de France 2022 è entrato ufficialmente nella seconda metà: si è conclusa la 12esima tappa, la più “mitica”, posta non a caso dagli organizzatori nel giorno della festa nazionale del 14 juilletLa leggendaria Alpe d’Huez è terra di conquista per Tom Pidcock (Ineos) che tocca il cielo con più di un dito davanti a Louis Meintjes (Intermarché Wanty Gobert) e Chris Froome (Israel Premier Tech).
Non al livello tellurico di 24 ore abbondanti fa, ma si verifica qualche scossa in classifica generale, con alcune crisi e un Tadej Pogacar (UAE) in maglia bianca che vince la volatina dei big e lancia un messaggio alla maglia gialla Jonas Vingegaard e alla Jumbo Visma.

LA CORSA – Uscito ieri di classifica, Neilson Powless della EF scatta subito al via e viene presto raggiunto da altri cinque uomini. Al km 6 l’azione è così composta: insieme a Powless ci sono Sebastian Schoenberger (B&B Hotels), Kobe Goossens (Intermarché Wanty Gobert), Nelson Oliveira (Movistar), Matis Louvel (Arkea Samsic) e Anthony Perez (Cofidis). Dopo il traguardo volante di Le Monetier al km 12 inizia il primo dei tre GPM Hors Categorie di giornata: il Galibier, affrontato in senso inverso rispetto a ieri, che fa immediata selezione e forma già il “gruppettone” di ruote veloci in coda. Durante la scalata si aggiungono alla fuga Louis Meintjes (Intermarché Wanty Gobert) e Giulio Ciccone (Trek Segafredo) inducendo Anthony Perez a salutare tutti e andarsene. Nel frattempo, dal plotone evade Chris Froome (Israel Premier Tech).

Mentre il 31enne francese di squadra francese, in un giorno speciale per la Francia, si prende il Galibier, dal gruppo evade con celestiale eleganza Tom Pidcock (Ineos) e Louvel si rialza. Nella successiva picchiata che porta a metà gara, gli inseguitori raggiungono la testa della carovana in momenti diversi. A scappare velocissimi si ritrovano così in nove: Anthony Perez, Giulio Ciccone, Nelson Oliveira, Tom Pidcock, Sebastian Schoenberger, Chris Froome, Neilson Powless, Kobe Goossens e Louis Meintjes, che intraprendono la lunghissima processione verso il passo della Croix de Fer con quasi 7 minuti di vantaggio sul gruppo principale.

A 5 km dallo scollinamento, Pidcock accelera e perdono contatto Perez, Goossens, Schoenberger e Oliveira. Sullo slalom in discesa della Val d’Isere si ritrovano dunque in cinque: insieme al talentissimo della Ineos restano Froome, Ciccone, Meintjes e Powless (unico all’attacco fin dallo start ufficiale). Quest’ultimo viene beffato sul Gran Premio della Montagna: l’abruzzese della Trek Segafredo sembra aspettarlo sulla sommità, invece fa lo scattino sulla linea! Tra i due c’era stata qualche discussione alle pendici della salita.
Poderosa intanto la scrematura dietro di loro, con la maglia verde scatenata al servizio della gialla: proprio in vetta alla croce di ferro Wout Van Aert sfiamma potentemente e, oltre a ridurre il ritardo dai cinque fuggitivi a 4 minuti e mezzo, riduce il gruppo principale a una quarantina di unità. Tra i numerosi attardati pure Simon Geschke (Cofidis) che però resta leader degli scalatori. Tra essi inoltre Nairo Quintana: il capitano dell’Arkea Samsic, superlativo sul Granon dove è stato secondo soltanto a Vingegaard, paga gli sforzi ed esce di classifica.

Trascinati dal solito super discesista Pidcock, i cinque fuggitivi tornano a guadagnare e imboccano i decisivi 14 chilometri all’8% con un margine sufficiente ad andare fino in fondo. Ben presto cede Ciccone, che stringe i denti per non farsi riprendere dagli uomini classifica, ma vedrà sfumare la maglia a pois proprio sul tratto conclusivo…
Esattamente a metà ascesa, Pidcock rilancia ed è l’iniziativa definitiva: seconda vittoria da professionista su strada dopo la Freccia del Brabante dell’anno scorso, ma questa ha decisamente un altro valore! Meintjes tiene botta ma resta qualche metro più indietro e si porta a sole 4 lunghezze KOM da Geschke, Froome e un formidabile Powless restano a un minuto e mezzo e si giocano un piazzamento sul podio, con l’ex dominatore del team Sky a staccare il floridiano ed emozionare ogni appassionato di ciclismo che si rispetti.
Nel gruppetto dei big, come giusto che sia in un punto così simbolico del Tour, si staccano a uno a uno finché non rimangono coloro i quali sono i designati a contendersi il trionfo finale: i signori Vingegaard Jonas (insieme a Sepp Kuss, a immagine della forza di questi “calabroni”), Pogacar Tadej e Thomas Geraint, che scavalcano Ciccone e inscenano lo sprint con successo sloveno. Si tiene agganciato per un pelo Romain Bardet, mentre sembrano ormai fuori dai giochi Adam Yates, David Gaudu e il già citato Quintana. Bravo oggi Enric Mas, ma ormai è troppo tardi per rientrare.

Primo squillo Ineos in questo Tour de France, dunque.

Abbiamo già provato brividi importanti e mancano ancora nove frazioni: sarà un duello spettacolare tra Pogacar e Vingegaard, con gli “incomodi” Thomas e Bardet. E un avversario sempre alla finestra: il Covid-19, che continua a diffondersi in casa UAE con la positività del direttore sportivo Joxean Matxin.

Domani sarà giornata in stile classica, coi 193 chilometri dal Bourg d’Oisans a Saint-Etienne.

per consultare le classifiche vai su tuttobiciweb.it

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