Tra diffidenze verso Roma e voglia di crescere

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“Il governo è con voi” chiosa Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, nel video messaggio all’assemblea degli industriali di Varese. Il governo è con voi, ma anche no se prestiamo orecchio al presidente di Confindustria varesina, Roberto Grassi: “Non ci sentiamo rappresentati”, dice Grassi in uno dei passaggi più significativi della sua relazione. Parla di Malpensa, dell’impossibile espansione di Cargo City per mano dei ministeri dell’Ambiente e della Cultura; un attacco a tutto tondo alla politica, senza esclusioni, che negli anni non ha saputo difendere lo scalo della brughiera e accompagnarne lo sviluppo. La pesante critica, che mette da parte la tradizionale prudenza confindustriale, è rivolta alle vicende aeroportuali, e va inserita in un preciso contesto, ma nessuno può nascondere il disagio che rivela rispetto a una classe dirigente romana (e locale) che “deve assumersi le proprie responsabilità”.

Certo, il governo di centrodestra non può che essere schierato dalla parte dell’imprenditoria. L’ha fatto intendere a chiare lettere proprio Giorgia Meloni soltanto ventiquattro ore prima, alla convention di Assolombarda, a Milano. Ma ciò non toglie che la diffidenza faccia sempre premio rispetto ai punti d’intesa tra esecutivo e Confindustria, scorie che si perdono negli anni, di governo in governo, e comunque di ardua rimozione. Non a caso Grassi fa riferimento alle difficoltà per “mettere a terra” i fondi del Pnrr, al Mes, al cuneo fiscale. Preoccupazioni generali che si sommano all’altro tema prioritario della relazione del presidente: la formazione dei giovani. Un problema che incide in modo pesante sulla mancanza di mano d’opera specializzata, che chiama in causa le migrazioni professionali verso l’estero, a cominciare dalla vicina Svizzera. Poi il calo demografico, fino al punto da annotare: “I territori che progrediscono sono quelli che conservano vitalità, che hanno in sè l’entusiasmo e la creatività dei giovani capaci di intraprendere sempre nuove iniziative e cambiare il mondo. Di questo abbiamo bisogno anche a Varese”.

Scontato dunque domandarsi perché Confindustria abbia scelto proprio il capoluogo invece della consueta sede di Malpensafiere a Busto Arsizio per convocare l’annuale assemblea. La risposta possiamo trovarla proprio nella sede dell’Ice Arena, il palaghiaccio di via Albani riqualificato, icona di una città dinamica, più di qualunque altra in provincia. Ed è ancora Roberto Grassi a darne conferma: “Questo è un luogo simbolico di quel progetto di rilancio del territorio di cui tutte le anime della nostra società sentono oggi fortemente bisogno, imprese, lavoratori, parti sociali, famiglie, giovani ed istituzioni, innanzitutto. Il Palaghiaccio è il simbolo di una Varese che (se investe su sè stessa) riesce a tornare vincente”.

Investire su se stessi. Quindi, lo sport e la cultura come volano per uno sviluppo sociale coerente, fino al punto di favorire “una rinnovata imprenditorialità dei due settori”. Dunque, nuove vie da esplorare anche per gli industriali di una provincia che ha fatto la storia della manifattura, che ne ha rappresentato e rappresenta uno dei punti di forza dell’economia e della produttività del nostro Paese. Una creatività nell’intrapresa che, al di là di ogni retorica, ha avuto il suo punto di forza nel tessile per poi allargarsi a tutti gli altri comparti. E ora, innovazione. “È un disegno ambizioso quello di cui stiamo parlando (ricordiamo il Mill, in fase di realizzazione proprio da Confindustria Varese a Castellanza, ndr). Un disegno di riqualificazione non solo urbana ma di stili di vita. Un progetto che si costruisce solo insieme. E che mira a valorizzare il brand di una Varese in cui si fanno bene le cose”.   

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